‘Eirene’, compravendita armi per la mafia. Tre alcamesi indagati intercettati

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La mafia alcamese, retta dal bracciante agricolo Francesco Coppola fin da quando Ignazio Melodia, ‘lu dutturi’, era finito in carcere, aveva nella sua disponibilità diverse armi e munizioni. Lo rivela l’operazione della polizia ‘Eirene’, quella che ha mandato in carcere anche due nomi eccellenti: l’ex senatore Nino Papania e l’ex vice-sindaco pasquale Perricone. Tutto verrebbe spiegato dalle intercettazioni. C’è un passaggio delle conversazioni registrate che riguarda la cessione di armi a Filippo Massimiliano Pirrone, personaggio coinvolto nella guerra di mafia del 1991 in cui gli avvennero uccisi un fratello e una sorella, da parte di Gregorio Ascari gestore di un noto lido balneare in contrada Calatubo e l’elettricista Fabio Ciotti Quest’ultimo e Pirrone sono soltanto indagati mentre Ascari è stato arrestato.

Ascari e Ciotti nell’intercettazione discutono inizialmente di quella cessione nel corso della telefonata in cui chiamano l’arma, in modo criptico «caldaia». La conferma si ha da altre intercettazioni all’interno dell’autovettura di Ciotti quando questo accompagna Pirrone nel luogo concordato con Ascari per prelevare l’arma. Rientrato in macchina Ciotti mostra due pistole a Pirrone ed entrambi trattano sul prezzo di una delle due (Pirrone offre 1.500 euro a fronte della richiesta di 1.900 euro di Ciotti e già concordata con Ascari). La vendita si conclude dopo un’ulteriore consultazione tra Ciotti e Ascari, per 1.600 euro. Filippo Pirrone al termine della trattativa afferma: «Allora qua ci sono 1.600 perché io viaggi inutilmente non ne faccio Io non ho mai fatto viaggi inutilmente». Poco dopo i due si recano in un luogo isolato in campagna per provare le armi con esito non del tutto soddisfacente per l’acquirente, tanto che i due concordano che ne avrebbero tenuto conto in occasione di un successivo acquisto di armi. A riscontro di quanto emerso dalle intercettazioni, il giorno successivo, 13 aprile 2022, gli investigatori recuperano nel luogo in cui era stata effettuata la prova delle armi 3 bossoli calibro 7 .65 per pistola semiautomatica, un bossolo per revolver calibro 38, e una cartuccia non esplosa calibro 38. A questa compravendita ne segue una seconda. Gli investigatori accertano infatti che Ascari aveva ceduto a Pirrone, con l’intermediazione sempre di Ciotti, una pistola calibro 7 ,65, con 3 cartucce e un revolver calibro 38 special con 2 cartucce calibro 7,65, non meglio identificabili. La cosca mafiosa alcamese, secondo l’accusa, usava queste e altre armi anche soltanto per fare paura.