Edilizia, ANCE lancia l’allarme: persi 6 mila posti nel trapanese

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“In questi anni di crisi in Sicilia abbiamo subìto la perdita di quasi 80 mila posti di lavoro in edilizia; nella nostra Provincia qualcosa come circa 6 mila lavoratori sono andati a casa. 6 mila famiglie che hanno perso una opportunità di reddito. Senza contare l’indotto che è collegato al nostro settore. Abbiamo perso molto terreno! Ed abbiamo bisogno di migliorare ed ampliare le nostre infrastrutture: strade, ferrovie e porti. Qualsiasi finanziamento non potrà che attenuare il danno che stiamo subendo e con noi la collettività, il territorio”. A dichiararlo Rosario Ferrara presidente di Ance Trapani.

I dati recentemente diffusi in ambito regionale dall’Ance, associazione dei costruttori edili, sottolineano il persistere di un grave stato di crisi. Nel settore edile in Sicilia i licenziamenti sono arrivati a quota 80.000 fra diretti e indotto, pari alla popolazione di una città come Marsala. Di contro, continuano a restare bloccati 1.123 milioni di euro per il settore. Il Comitato di presidenza Ance ha puntato l’indice sul fatto che le imprese edili dell’Isola avanzano 1,5 miliardi di euro dalle pubbliche amministrazioni per opere eseguite. Come ha certificato il ministero dell’Economia, la Sicilia è l’ultima fra le Regioni italiane per pagamento dei debiti alle imprese. E dopo sei mesi dal varo della legge all’Ars, non c’è ancora certezza sulla disponibilità di 340 milioni destinati alla copertura dei debiti contratti dalla Regione e dagli enti locali (il cui sblocco dipende da una firma, che non arriva, sull’accordo Stato-Regione); né sull’allargamento del Patto di stabilità che libererebbe risorse aggiuntive per 400 milioni. Nemmeno dal governo nazionale arriverebbe un conforto. Il decreto “Sblocca Italia” può liberare solo briciole per gli anni 2015 e 2016. Ha messo a disposizione per tutto il Paese solo 39 milioni per opere del 2013, 26 milioni per il 2014, 231 milioni per il 2015 e 159 milioni per il 2016: “Insufficienti a dare una svolta al settore – evidenza il presidente di Ance Trapani – sembrano semplici boccate d’ossigeno ad un malato che ha bisogno di terapie intensive per non morire”. Sconfortanti i dati riguardanti il trapanese: da gennaio ad agosto  sono andati in gara €.20.907.000 rispetto ai 31.096.000 degli stessi mesi del 2013. Negli analoghi mesi del 2007 sono stati pubblicati lavori per €.62.219.000. “Se consideriamo che 1 miliardo di euro in opere pubbliche genera 17 mila posti di lavoro, avremmo bisogno di almeno 5 miliardi, solo in Sicilia, per recuperare gli 80 mila posti di lavoro perduti”. Per l’Ance le imprese sono pronte a fare la propria parte, ma al tempo stesso la Regione dovrebbe cambiare registro: “La Sicilia ha 30 mila impiegati che rendono ancora più pesante quel fenomeno della “mala burocrazia” che rende tutto più lento o addirittura impossibile. Verrebbe l’impulso di abbandonare tutto – continua il presidente dell’Ance – ma abbiamo la consapevolezza che nonostante la crisi che ci sta decimando il nostro settore è insostituibile. Le case, gli ospedali, le strade, le reti idriche, i porti, gli aeroporti, tutto ha bisogno di manutenzione, di recupero, di conservazione, di riqualificazione; ci sarà sempre bisogno delle imprese e delle maestranze qualificate”.