Don Michele nel dossier dei missionari uccisi nel mondo

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Anche don Michele Di Stefano, sacerdote della Diocesi di Trapani ucciso il 26 febbraio dello scorso anno, è inserito nel Dossier annuale sui missionari uccisi nel mondo dell’autorevole Agenzia Fides, organo d’informazione delle Pontificie Opere Missionarie. “Come avviene ormai da tempo, l’elenco di Fides non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma tutti gli operatori pastorali morti in modo violento – spiega il Dossier – Non viene usato di proposito il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro, e anche per la scarsità di notizie che si riescono a raccogliere sulla loro vita e sulle circostanze della morte”. Dalle informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nell’anno 2013 sono stati uccisi nel mondo 22 operatori pastorali (per la maggior parte sacerdoti), quasi il doppio rispetto al precedente anno 2012 in cui erano stati 13. Nella scheda su don Michele contenuta nel Dossier, si legge:Don Michele Di Stefano, 79 anni, della diocesi di Trapani (Italia), è stato ucciso a colpi di bastone nel proprio letto, in canonica, dove viveva da solo, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2013. Alcuni parenti, non vedendolo arrivare per pranzo come concordato, hanno chiesto ad un vicino di andare a cercarlo, e questi ha trovato il corpo del sacerdote sotto le coperte, con intorno tracce di sangue. La chiesa e la canonica sorgono in un luogo isolato, a circa 250 metri dalle prime abitazioni del piccolo borgo. L’assassino, 33 anni, suo parrocchiano, catturato dopo alcuni giorni, è stato condannato a trenta anni di reclusione per rapina. Don Michele era stato parroco per 43 anni nella frazione di Fulgatore, compiuti i 75 anni ha continuato il suo ministero pastorale di parroco dedicandosi alla piccola parrocchia “Gesù, Giuseppe e Maria” della vicina Ummari. Per molti anni era stato assistente dei lavoratori di Azione Cattolica e assistente spirituale della Coldiretti provinciale. Secondo le testimonianze, il sacerdote era benvoluto, aveva rapporti sereni con tutti, era un uomo buono, cordiale e zelante”.