Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza con la Direzione Distrettuale Antimafia, avevano portato, lo scorso 31 marzo alla scoperta tra Partinico e Trappeto , “di una discarica con oltre 633 tonnellate di rifiuti – era scritto in una nota -provenienti principalmente dall’edilizia”. L’area utilizzata per lo smaltimento illecito si estendeva per oltre 11.000 metri quadrati e avrebbe causato gravi danni ambientali alla zona, secondo le indagini. I due imprenditori, uno ai domiciliari e l’altro divieto di dimora, sono accusati di aver gestito illegalmente rifiuti pericolosi e non, attraverso trasporto, cessione e smaltimento. Inoltre, per entrambi, è stata disposta l’interdizione per un anno dell’attività di impresa. In aggiunta ai due imprenditori, ci sono 15 indagati legati all’attività di smaltimento dei rifiuti, che avrebbero contribuito a “riempire” la discarica, di rifiuti di ogni tipo, accertata la compromissione ambientale del terreno che si trova a pochi passi dal torrente Piano Fico, al confine con Trappeto. Ora Il tribunale del Riesame ha deciso di annullare le misure cautelari nei confronti dei due imprenditori di Partinico. Nessuna nuova misura cautelare è stata disposta, e i due rimangono indagati a piede libero.
“Discarica abusiva”, annullate misure a due imprenditori di Partinico
