Aveva una sola colpa, quella di essere figlio di un pentito di mafia, ma è stato al centro di uno dei più atroci e barbari omicidi della storia della mafia. L’undici gennaio del 1996, esattamente ventinove anni fa, veniva infatti assassinato e disciolto nell’acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. Il figlio di Santino, a soli 12 anni, pagò con la vita la scelta del padre di aiutare gli inquirenti a combattere il cancro della mafia. Per il piccolo una lunga peregrinazione in diversi nascondigli, anche a Balestrate e poi nel trapanese, a Castellammare del Golfo e Custonaci.
Proprio nel comune adesso guidato dal sindaco Fabrizio Fonte anche quest’anno si è tenuta la manifestazione “Un Angelo al Galoppo”, per ricordare il dodicenne. Nella villetta intitolata proprio a Giuseppe, che fu prigioniero, per circa due mesi, in un’abitazione della frazione di Purgatorio, è stata svelata questa mattina un’installazione artistica, frutto di un progetto della democrazia partecipata, alla presenza degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Lombardo Radice – Fermi” e delle autorità civili, religiose e militari. Al termine della cerimonia si è snodato un animato corteo che ha raggiunto il centro storico di Custonaci dove si è tenuto un flash mob sempre a cura degli studenti.
“Nell’opera realizzata ha detto l’artista Martina Angelo – ho voluto dare voce a chi non ne ha mai avuta. La voce di Giuseppe è raccontata attraverso un’immagine di libertà dove egli spicca un volo libero sul suo cavallo dal crine ribelle. Quest’ultimo è stato volutamente scelto per essere un simbolo di connessione tra il mondo terreno e quello divino, tra la terra e il cielo, tra la vita e la morte”. Manifestazioni oltre che a Custonaci, al Giardino della Memoria in contrada Giambascio, a San Giuseppe Jato, proprio nel luogo dove il piccolo dodicenne, dopo circa tre anni di rapimento, venne ucciso su ordine di Giovanni Brusca. È stata quindi scoperta le targa di intitolazione della “Via della Memoria” lungo la strada intercomunale che dall’area del campo sportivo di San Cipirello conduce fino al bunker di San Giuseppe Jato.