Depuratore consortile di Carini, insorge consiglio comunale. ‘No’ a Cinisi e Terrasini

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Dopo un paio di mesi dall’approvazione del PAUR, il decreto autorizzatorio unico regionale relativo al depuratore consortile di Carini, il consiglio comunale della cittadina scende sul piede di guerra e sollecita il sindaco Monteleone a bloccare l’arrivo nel nuovo impianto anche dei reflui provenienti da Terrasini e Cinisi. La nuova condotta che verrà realizzata collegherà i depuratori di Cinisi e Terrasini con quello di Carini. Un intervento finanziato dalla struttura commissariale per la depurazione delle acque che ammonta a 28 milioni di euro. Adesso, però, il consiglio comunale di Carini minaccia azioni legali e lo ha fatto in un ordine del giorno con cui da mandato al sindaco di valutare, con la massima urgenza, la presenza di presupposti per proporre un ricorso. I tredici consiglieri comunali carinesi chiedono anche di intervenire nei confronti del commissario per la depurazione chiedendo di dotare di rete fognaria anche altri agglomerati industriali dell’area carinese. In dubbio anche il rispetto del cronoprogramma varato al momento dell’aggiudicazione dell’appalto. Secondo i consiglieri comunali carinesi l’ulteriore collegamento del depuratore consortile con Terrasini e Cinisi porterebbe nuovi e gravi rischi ambientali per il mare del Golfo di Carini per via dell’ulteriore scarico di reflui inquinanti provenienti da un bacino di oltre 25.000 abitanti, quello che gravita attorno ai due comuni marinari confinanti. Una vicenda che ha messo in movimento anche alcune associazioni ambientaliste che stanno già predisponendo, tramite alcuni legali, un ricorso al Tar contro questo grande progetto già finanziato per un ammontare circa 80 milioni di euro.