Denise, esposto di alcuni cittadini: “Tormentati dalle troupe televisive”

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Da più di due mesi, da quando una ragazza russa, Olesya, molto somigliante a Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, il caso della bambina rapita a Mazara del Vallo nel 2004 è costantemente in tv sia sulle reti Rai che su quelle Mediaset e anche su La 7 e altre emittenti. Le prime trasmissioni del mattino parlano di Denise e le ultime del giorno, a tarda sera, approfondiscono sempre quel dramma che è tale dal primo settembre del 2004.

La cittadina di Mazara del Vallo, da circa due mesi, è diventata quartiere generale di troupe televisive e di giornalisti che cercano di trovare nuovi articolari e addirittura lo scoop. Tale presenza, però, è divenuta pesante e proprio ieri alcuni familiari delle persone e alcuni testimoni coinvolti nelle indagini, riaperte dalla procura di Marsala, hanno lanciato un appello: “Basta giornalisti a Mazara del Vallo, ci stanno perseguitando». Ma sono andati anche oltre e hanno presentato un esposto/denuncia a carabinieri e procura per violenza privata. “A seguito dei comportamenti tenuti dai giornalisti nei nostri confronti abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini di vita – si legge nel documento  – in quanto non possiamo più uscire liberamente dalle nostre case o recarci a lavoro senza timore di essere seguiti.

Alcuni di noi hanno anche smesso di andare a lavorare temendo la presenza dei giornalisti sul posto di lavoro». La segnalazione è firmata da dieci persone, tra cui alcuni familiari di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi, l’unica finora ad essere stata processata per il rapimento e poi assolta con sentenza definitiva. A 17 anni di distanza, l’inchiesta è stata riaperta. «Da circa due mesi la città di Mazara del Vallo è stata invasa da tutte le testate giornalistiche e reti televisive a seguito della presunta riapertura delle indagini», si legge nell’esposto. «Per tali ragioni i giornalisti si presentano presso le nostre abitazioni private soltanto perché abbiamo rapporti di parentela o conoscenza con i soggetti coinvolti nelle indagini», si legge nella denuncia presentata dagli avvocati Antonina Martinciglio e Tiziana Gabriele.

«Se in possesso dei nostri numeri di telefono, ci telefonano incessantemente. Suonano e ripetutamente campanelli e citofoni delle nostre case, ci chiamano a voce, nonostante i sottoscritti manifestino il loro rifiuto a rilasciare dichiarazioni, stazionano davanti gli ingressi delle abitazioni per lungo tempo in attesa che qualcuno esca di casa o ne faccia rientro per intervistarci e riprenderci anche contro la nostra volontà». Tra i dieci autori dell’esposto-denuncia, compare anche l’uomo, che alcuni giorni fa, aveva aggredito un giornalista della Rai.