‘Delivery’ della droga a Castellammare, Riesame scarcera anche uno dei presunti capi

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Giuseppe Bosco, allevatore castellammarese di 48 anni, fratello di salvatore e figlio di un noto boss della cittadina del Golfo, è stato scarcerato. Era ritenuto dai carabinieri uno dei capi del vasto smercio di droga al centro delle indagini sfociate, il primo marzo scorso, in una ventina fra arresti e obblighi di dimora. Il tribunale del Riesame ha quindi accolto la tesi difensiva dell’avvocato Nicola Gervasi rimettendo in libertà il 48enne senza alcuna misura restrittiva. Il legale, nel suo ricorso, ha pure fatto riferimento ad alcune indagini portate avanti dallo stesso Gervasi, anche con alcuni rilievi tecnici e sopralluoghi. Le motivazioni del Riesame si conosceranno comunque fra un mese ma Giuseppe Bosco ha lasciato immediatamente il carcere. Nulla da fare, invece, per il fratello Salvatore che dovrà rimanere in carcere. Le indagini dei carabinieri perdono così un tassello importante.

Proprio Giuseppe Bosco e il fratello Salvatore erano al centro dell’operazione antidroga in quanto ritenuti gli organizzatori di un vasto sistema di “delivery” di marijuana e cocaina, comprata a Partinico e nel quartiere Zen di Palermo. Gli scambi dello stupefacente, in pieno lock-down, sarebbero avvenuti vicino le abitazioni dei presunti spacciatori o nei presso degli unici esercizi commerciali aperti in quel periodo.  La droga veniva chiamata in diversi modi: uova, mangime per galline, cocktail, motorino, “Peter Pan” e anche “bottiglia di acqua fresca”. Il riesame, qualche giorno fa, aveva anche disposto l’annullamento della detenzione in carcere per Lorenzo Poma, difeso dagli avvocati Leone e Cavarretta, e degli arresti domiciliari per Angelo Adragna.