De Luca, riesame sbaglia misura. Non può sospendere carica elettiva

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Clamoroso errore di competenza da parte del tribunale del riesame di Palermo che si sarebbe arrogato un potere appartenente ad altre cariche dello Stato: la sospensione dalla carica per un anno del sindaco di Giardinello, Antonio De Luca, indagato per corruzione impropria e falso, in un’inchiesta che coinvolge anche l’ex talpa della DDA, l’ex finanziere Giuseppe Ciuro. La procura si è quindi accorta che il provvedimento emesso dal Riesame fosse abnorme, perché i magistrati non possono sospendere le cariche elettive.

Per questo la procura palermitana ha chiesto e ottenuto dal Gip Cristina Lo Bue la revoca immediata della misura interdittiva. Il sindaco di Giardinello si è ritrovato così senza alcuna restrizione, perlomeno in ambito giudiziario. Resta comunque sospeso sul piano amministrativo, grazie alla decisione del prefetto, Maria Teresa Cucinotta, che ha applicato la legge Severino. In sostanza nei giorni scorsi sia Ciuro che De Luca erano stati sottoposti a misure cautelari non restrittive, il divieto di dimora in tutta la provincia di Palermo per l’ex maresciallo della Guardia di Finanza e il divieto di frequentare Giardinello per il sindaco.

Il Riesame, dopo i ricorsi dei legali, aveva sostituito la misura imposta a Ciuro con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria mentre per De Luca, ritenendo insussistente la corruzione impropria, aveva revocato il divieto trasformandolo in 12 mesi di sospensione per la residua ipotesi di falso. Provvedimento inammissibile, di cui si è reso conto subito il pm che coordina l’indagine dei carabinieri. Da qui la revoca decisa dal Gip. La vicenda giudiziaria riguarda soprattutto Giuseppe Ciuro, già in servizio alla Dia: i carabinieri erano partiti dal processo “Talpe in Procura”, in cui Ciuro (già collaboratore dell’ex pm Antonio Ingroia) venne condannato per avere fornito informazioni a personaggi indagati per mafia.

L’ex finanziere scontò 4 anni e 8 mesi e dopo avrebbe dovuto pagare le cosiddette spese di giustizia, quelle affrontate dallo Stato per giudicarlo e per mantenerlo nel carcere in cui espiò la pena. Ciuro aveva sostenuto di non essere in grado di pagare 200.000 euro dovuti all’erario e, per convincere il tribunale di sorveglianza dichiarò di vivere da solo, proprio a Giardinello, di avere lì la residenza e di possedere un reddito pari a zero. Il sindaco Antonio De Luca, assieme al vigile urbano Corrado Lo Piccolo (indagato ma non sottoposto a misura cautelare), avrebbe avallato la tesi di Ciuro. Lo Piccolo aveva poi accusato il sindaco di avergli fatto pressioni, cosa che De Luca ha sempre negato.