Alpauno

Danneggiamenti piazzale Stenditoio di Castellammare del Golfo nel 2019, assolto cuoco 46enne

L’episodio, nel marzo del 2019, aveva avuto una forte eco mediatica. I danneggiamenti dei nuovi arredi di piazzale Stenditoio, a Castellammare del Golfo, a poche ore dall’inaugurazione del sito che sorge nei pressi del Castello di Cala Marina. Dalle immediate indagini dei due castellammaresi furono rinviati a giudizio, un venditore ambulante di frutta e un 46enne, cuoco, esponente di una famiglia che storicamente si è occupata di ristorazione marinara. Il primo indagato, difeso dall’avvocato Gaetano Vivona, accusato di avere danneggiato il dehors di un locale e di avere rubato un tavolino, è poi uscito di scena per il ritiro della querela da parte dell’esercente. Il secondo, G.S., di professione cuoco, è stato adesso assolto dal giudice Gaspare Sammartino per non avere commesso il reato. Più nello specifico per mancanza di prove. Nulla infatti si vedeva chiaramente dalle immagini della videosorveglianza. L’unica accusa per il 46enne era una frase che avrebbe detto all’ex comandante della capitaneria di porto di Castellammare del Golfo in merito alla decisione, alla luce dei lavori di ristrutturazione dei Stenditoio, di eliminare lo storico punto di ristoro gestito, da sempre, dalla sua famiglia.

Un atteggiamento, causato da qualche bicchierino di troppo, che aveva fatto indagare il 46enne per minace e violenze a pubblico ufficiale. L’avvocato dello chef, l’alcamese Antonino Gucciardo, ha dimostrato l’assenza di prove a carico del suo assistito che è stato quindi assolto. Quella notte di maggio del 2019 vennero ribaltati i vasi appena allocati e staccati i piloncini che delimitavano la zona. Il comune castellammarese, in poche ore aveva però rimesso le cose a posto. L’area era pronta per l’inaugurazione dopo i lavori di restyling iniziati nell’aprile del 2018. Sull’episodio era intervenuto anche il comune di Castellammare del Golfo che aveva presentato denuncia contro ignoti, denuncia che però venne poi ritenuta irregolare perché presentata da un dipendente dell’ente locale e non dal primo cittadino. Quel grand clamore mediatico, dopo 4 anni e due mesi, si è quindi concluso in una bolla di sapone.

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