Pane, aumento del prezzo ad Alcamo. Da ottobre verso i tre euro al chilogrammo

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Stangata in arrivo per i consumatori alcamesi e che riguarda l’alimento base di ogni tavola: ovvero il pane. L’orientamento è quello di portare il prezzo a tre euro al chilo per adeguarlo al costo di altre città del Trapanese. Una decisione dolorosa ma necessaria dicono i panificatori che mercoledì sera si riuniranno nei locali della Cna per formare il nuovo listino prezzi. L’ultimo aumento è stato adottato due anni fa. Il prossimo a partire dal primo ottobre ai consumatori costerà ben 60 centesimi in più al chilo.  Ovvero tre euro.

Allo studio alcune proposte per contenere l’aumento al chilo  e portarlo a 2 euro e 80. Ma a conti fatti, secondo i panificatori, non si può scendere sotto i tre euro. Mezzo chilo costerà un euro e 50. Il quartino 80-90 centesimi. Ad Alcamo l’ultimo aumento è stato due anni fa. Il prezzo rimase fermo per 20 anni. Ora il nuovo balzo in avanti. Ad Alcamo sono 26 i panifici in funzione. Tutti sfornano pane di qualità. L’aumento è la conseguenza del prezzo della farina passato da 40 a 70 centesimi al chilo. Aumentato il prezzo del sesamo da un euro e 30 a due euro al chilo. Tra gli altri fattori  il costo di 24 centesimi al chilo della buccia di mandorla, ritenuta la migliore per riscaldare i forni. Aumentata anche del 30 per cento la carta utilizzata per avvolgere il pane. A ciò si aggiungono i costi del personale aumentati così come luce e gas.

Ad Alcamo il pane più consumato è quello prodotto dai forni a legna, che sono la generalità. Gli stessi panificatori chiedono controlli sull’abusivismo: ovvero la vendita per le strade con furgoni o pane nei portabagagli delle auto che, oltre alla concorrenza sleale, non garantiscono l’igienicità. Controlli sollecitati sul grano. Le farine vengono acquistate nei mulini siciliani. Ma intendono, come hanno fatto nel recente passato, sapere da dove arriva il grano. L’aumento riguarda solo  le tre principali pezzature. Restano invariati i prezzi dei panini e bocconcini sia a legna che quelli dei forni elettrici e di altri prodotti. Oltre alle farine tradizionali di grano tenero e grano duro, richiesto è il pane di tumminia, integrale, Perciasacchi, il più pregiato grano antico siciliano, e senatore Cappelli. Per questi tipi di pane l’aumento del prezzo sarà deciso nel corso delle riunioni della categoria.

Fino agli inizi degli anni ’50 nei forni si confezionava solo il pane, che spesso veniva portato per essere infornato dalle abitazioni. Pane che si consumava poi in una settimana mantenendosi sempre buono. Oggi i panifici sono diventati veri e propri negozi dove si confezionano e vendono pizze, sfincioni, dolci di vario tipo anche con ricotta e molti, nel periodo natalizio e in quello pasquale producono panettoni e colombe.  La mano d’opera, però,  va sempre più invecchiando e sta diventando un problema, perché oggi i giovani non sono interessati a questo lavoro, che comporta di presentarsi già alle 4 del mattino al panificio  per iniziare a impastare il pane