C/vetrano 634 false assunzioni, domiciliari e sequestro di beni per 2 imprenditori

0
481

 

Avrebbero simulato, nell’arco di parecchi anni, attraverso diverse società e ditte individuali, di fatto a loro riconducibili, l’instaurazione di ben 634 falsi rapporti lavorativi con successivi licenziamenti, tutto con il preciso scopo di far percepire l’indennità di disoccupazione ai fittizi lavoratori, ottenendo come contropartita una percentuale sulle somme erogate dall’Inps. È quello che è emerso dalle indagini di polizia giudiziaria portate avanti dalle Fiamme Gialle e dai Carabinieri, sotto il costante coordinamento della Procura di Marsala, inizialmente sviluppate autonomamente e con il supporto del personale di vigilanza dell’Inps di Trapani, successivamente confluite in un unico procedimento penale. La Guardia di Finanza di Castelvetrano, insieme al Nucleo Carabinieri (NIL) dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Trapani, ha eseguito così un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari e del sequestro preventivo per equivalente nei confronti di due imprenditori edili castelvetranesi, L.G. di 49 anni e M.I.P. di 56 anni, per i reati di truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale. Per i finti dipendenti è scattata, invece, la denuncia per concorso in truffa aggravata. Complessivamente, secondo la Guardia di Finanza,  le somme percepite in modo fraudolento ammonterebbero a 1.706.523 euro. Gli inquirenti hanno svelato il raggiro messo in piedi dai due imprenditori colpiti dalle misure cautelari avvalendosi di intercettazioni telefoniche, appostamenti, pedinamenti, sopralluoghi e incroci di risultanze di varie banche dati. È stata accertata la totale assenza di versamenti dei contributi ai fini previdenziali nelle casse dell’Inps e l’inesistenza di comunicazioni di inizio cantieri all’Inail. E ancora: le imprese sotto accusa per le assunzioni fittizie, oltre ad aver omesso di presentare le dichiarazioni dei redditi e a non aver rilasciato alcuna certificazione relativa ai falsi lavoratori dipendenti, molti dei quali di sesso femminile, sarebbero risultate del tutto prive di attrezzature o altri mezzi idonei all’esercizio di attività imprenditoriali.