‘Cutrara’, venerdì dal GUP. 21 richieste di giudizio, anche per sindaco Rizzo e suocero

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Anche il sindaco Nicola Rizzo e il padre della sua compagna, il quasi novantenne Francesco Ancona, sono tra le 21 persone coinvolte nell’operazione antimafia ‘Cutrara’ e per le quali i procuratori della DDA hanno chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare, al termine della quale il GUP dovrà decidere sull’eventuale giudizio, si aprirà alle 9,30 di venerdì prossimo, 15 gennaio, al palazzo di giustizia di Palermo.

Il blitz ‘Cutrara’, messo a segno dai carabinieri nel giugno scorso, con un vastissimo dispiego di uomini e mezzi, mise sottosopra la serenità della cittadina di Castellammare del Golfo, svegliata nel cuore della notte, e anche della politica locale per il coinvolgimento del primo cittadino. Rizzo, in un primo momento, ricevette un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. L’accusa venne poi rimodulata in favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato Cosa Nostra.

Fra i 21 imputati che venerdì saranno al centro dell’udienza preliminare, oltre al sindaco Rizzo, difeso da Giacomo Frazzitta di Marsala e Fabrizio Biondo di Palermo, e all’anziano suocero assisitito dal legale Piero Marino di Marsala, anche il capomafia castellammarese Francesco Domingo, detto ‘Ciccio Tempesta’, e il boss di Trapani Francesco Virga. Poi l’ex presidente del consiglio comunale di Trapani, Francesco Di Bono, l’ex consigliere comunale della cittadina del Golfo, Francesco Foderà.

Davanti al Gup di Palermo, su richiesta avanzata il 13 novembre scorso dai pm della DDA di Palermo (Dessì, De Leo e Guido), anche il marsalese Diego Angileri, Felice Buccellato, Vito Di Bendetto, Rosario Di Stefano, Lilla e Nicola Di Bartolo, Camillo Domingo, Salvatore Labita, Daniele La Sala, Salvatore Mercadante, Maurizio Mulè, Antonino Sabella, Francesco e Sebastiano Stabile, Carlo Valenti.

La posizione del primo cittadino ruota attorno a un incontro fra lo stesso e il boss ‘Tempesta’, il 18 giugno del 2019, presso l’abitazione dell’anziano padre della compagna del sindaco. Secondo l’accusa Rizzo avrebbe in qualche maniera aiutato Domingo ad assicurarsi prodotti e profitti di alcuni reati, contemplati dagli articoli 416 e 512 del codice penale, nonché Lilla e Nicola Di Bartolo. In particolare, nella sua qualità di sindaco di Castellammare del Golfo – si legge nelle carte della DDA – avrebbe aiutato Domingo e i titolari (i due Di Bartolo) della comunità alloggio per anziani “Madre Teresa”, in cui era socio di fatto anche lo stesso capomafia, a ottenere un nuovo immobile per esercitare la loro attività.