‘Cutrara’, per Rizzo c’è l’aggravante. Anche le elezioni nella conclusione indagini

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Uno o due procedimenti poco cambia. Sta di fatto che il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, che a suo tempo in consiglio comunale aveva specificato che il suo era un procedimento datato 2018 e quindi nulla a che vedere con quello del 2019 legato all’operazione antimafia ‘Cutrara’, è indagato nel medesimo procedimento penale assieme alle persone arrestate o sottoposte ad altre misure il 16 giugno scorso. In quel giorno il blitz dei carabinieri fu davvero vastissimo e l’intera cittadina venne svegliata alle prime luci dell’alba con l’arresto del boss Francesco Domingo, detto Tempesta, assieme ad altre 12 persone e a 11 denunciati.

Venerdì sera, agli avvocati dei 20 coinvolti, fra cui anche il primo cittadino castellammarese, sono stati consegnati gli avvisi di conclusione indagini. Nicola Rizzo non è più indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, e questo per lui e i suoi familiari potrebbe rappresentare un sospiro di sollievo, ma la parola mafia rimane sempre nelle accuse a suo carico formulate dalla DDA di Palermo. Rizzo, è infatti accusato dei reati previsti dagli articoli 379 e 416 bis 1 del codice penale. Il primo riguarda il favoreggiamento reale mentre il secondo rappresenta l’aggravante prevista per una condotta che avrebbe agevolato l’associazione mafiosa.

La vicenda riguarda il famoso incontro fra il sindaco Rizzo e ‘Ciccio Tempesta’ in casa del padre della compagna del primo cittadino, nel settembre scorso. Nicola Rizzo è indagato per avere aiutato nella qualità di sindaco, Domingo ad assicurarsi il prodotto e il profitto dei reati di associazione mafiosa e di attribuzione fittizia ad altri di titolarità o disponibilità di denaro, e Lilla e Nicola Di Bartolo, titolari della comunità alloggio per anziani Madre Teresa (nella quale era socio occulto ‘Tempesta’ ) a ottenere un nuovo immobile dove costoro potessero proseguire e incrementare la loro attività economica e potessero conseguirne i relativi profitti illeciti e inoltre, perché Francesco Domingo, capo della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, potesse controllare direttamente o indirettamente le attività economiche sul territorio.

Gli avvisi di conclusione delle indagini hanno raggiunto anche altri 19 indagati fra cui pure il padre della compagna del sindaco, il novantenne Francesco Ancona, accusato di avere organizzato l’incontro fra Domingo e Rizzo mettendo a disposizione la sua abitazione con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di impedire, ostacolare o sviare un’indagine.

Raggiunti dagli avvisi anche due ex politici, l’ex consigliere comunale di Castellammare del Golfo, Fancesco Foderà, che aveva subito il furto di un trattore e che invece di dare informazioni alle forze dell’ordine aveva incaricato Domingo di ritrovare il mezzo rubato, e l’ex presidente del consiglio comunale di Trapani, Francesco Di Bono, avvocato, intercettato a discutere di vertenze da risolvere con il capomafia di Trapani Francesco Virga. a

La politica e le elezioni spuntano anche nei capi di accusa a carico dello stesso ‘Tempesta’ Domingo, Felice Buccellato, Daniele La Sala, Francesco e Sebastiano Stabile, Salvatore Mercadante, Carlo Valenti e Camillo Domingo. Per loro infatti si parla di forza intimidatrice, capace di causare assoggettamento, al fine di acquisire il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti pubblici, ma anche di ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasioni di consultazioni elettorali.