Negli ultimi dieci anni sono circa 200mila i giovani che hanno lasciato la Sicilia. È sceso, dunque, il numero di giovani che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni. Tale contrazione nella fascia di età più produttiva arreca difficoltà alle aziende italiane. Sono tanti gli imprenditori, infatti, che faticano ad assumere personale, non soltanto per il problema di trovare candidati disponibili e preparati professionalmente, ma anche perché la platea di under 34 pronta a lavorare si sta riducendo in modo progressivo. Ciò porta, appunto, a una crisi demografica che sta facendo sentire i suoi effetti, col rischio che nei prossimi anni si accentui ulteriormente la rarefazione delle maestranze più giovani.
Non solo ci sono pochi giovani, ma il tasso di disoccupazione giovanile e l’abbandono scolastico registrano un aumento, specie nel Mezzogiorno. Dunque, i ragazzi italiani sono meno, hanno un livello di povertà educativa allarmante e sono sempre più lontani dal mondo del lavoro.
Dal 2013 al giorno d’oggi, su quasi un milione si registra un calo del 15,3%, corrispondente a -7,4% di persone nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 34 anni. In un report su denatalità e occupazione diffuso dalla Cgia Mestre, appaiono dati di un allarmante esodo a proposito del vuoto generazionale di giovani under 34, in cui il territorio siciliano si posiziona al quinto posto. Tuttavia, registrando ben 190 mila 205 giovani in meno in dieci anni, l’isola dovrebbe piazzarsi tra i primissimi posti in classifica. Nella top 20 delle province siciliane con il deficit più alto, invece, Trapani ha una percentuale di 12,3%.
Dati di un esodo davvero allarmanti quelli registrati dalla Cgia Mestre, che non solo spiega la diminuzione di giovani italiani, ma fa il punto anche sulla situazione di disoccupazione giovanile.