Costretti a lavorare in nero, senza presidi di sicurezza e per 3 euro l’ora. Quattro indagati

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Da 10 anni sfruttavano i braccianti agricoli di nazionalità rumena nei campi di Marsala, Mazara, Partanna, Salemi, Castelvetrano  e Pantelleria, facendoli lavorare anche 12 ore al giorno, in nero, minacciandoli anche con le armi e concedendo appena mezz’ora per la pausa pranzo. In molti casi, dopo incidenti sul lavoro, gli operai, pur feriti agli arti superiori o agli occhi, erano costretti a non ricorrere alle cure mediche e, quasi sempre, a continuare il turno di lavoro. La Guardia di Finanza ha adesso scoperto il giro di sfruttamento di lavoratori stranieri ed eseguito quattro provvedimenti cautelari di obbligo di dimora nei confronti di tre italiani ed un rumeno che farebbero parte di un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di braccianti agricoli di nazionalità rumena. Per loro le accuse sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I finanzieri, inoltre, hanno eseguito la misura cautelare del sequestro preventivo della società cooperativa, per mezzo della quale l’organizzazione operava, e dei beni aziendali mobili ed immobili ad essa intestati. Il gip del tribunale di Marsala ha disposto la nomina di un custode con funzione di amministratore giudiziario dei beni sequestrati, compresa la cooperativa agricola, del valore di circa 400.000 euro che avrebbe fornito da diversi anni servizi di manodopera a diverse ed importanti aziende agricole del trapanese.

Le indagini sono state avviate nel 2016 e si sono sviluppate anche attraverso informazioni ottenute da parte delle decine di braccianti agricoli vittime dello sfruttamento e l’intercettazione delle conversazioni telefoniche degli indagati. Le fiamme gialle in collaborazione con il personale dell’Ispettorato del Lavoro di Trapani hanno effettuato sopralluoghi che hanno permesso di accertare l’esistenza, da quasi un decennio, di un’attività criminale organizzata, continuata e pervicace, mai interrotta negli anni e tuttora in essere, dedita allo sfruttamento di braccianti agricoli di nazionalità rumena. I lavoratori sarebbero stati reclutati ed accompagnati sui campi per essere impiegati in nero, sottoposti a continua sorveglianza e violenze, intimidazioni, offese a sfondo razziale, minacce, talvolta anche mediante uso delle armi, per un misero compenso di tre euro all’ora. I lavoratori sarebbero stati anche perennemente esposti a situazioni di grave pericolo senza potere usufruire di alcun presidio che garantisse la loro sicurezza.