Da poco cominciato il nuovo anno scolastico, dalla prossima settimana parte in diversi comuni il servizio di mensa per alunni e insegnanti che osservano il tempo prolungato. Comuni vicini, stesse date di partenza ma costi a carico degli utenti ben diversi. Ad Alcamo sono, per alcune fasce reddituali, quasi il doppio rispetto ad Alcamo. La quota che le famiglie alcamesi dovranno versare per ottenere il servizio mensa arriva, per la fascia ISEE più alta a 7 euro e 50 centesimi per i ragazzi di elementari e medie e a 7 euro per quelli dell’infanzia. Nella confinante cittadina del Golfo la quota massima di contribuzione è invece di 4 euro. Si tratta di abbonamento per 20 pasti al prezzo di 80 euro mentre, per le fasce reddituali più basse, l’importo è di 50 euro sempre per venti pasti.
Mentre ad Alcamo il servizio è stato affidato alla Bitti di Castelvetrano in proroga rispetto al contratto sottoscritto lo scorso mese di marzo, a Castellammare del Golfo viene invece effettuato in house, quindi con dipendenti comunali. Almeno per questa prima trancia che riguarda 110 bambini che frequentano la suola dell’infanzia dei plessi ‘Don Bosco’ e ‘Falcone Borsellino’. “Abbiamo lavorato per garantire il servizio già dal primissimo avvio dell’attività scolastica e quest’anno la mensa scolastica sarà finalmente avviata per tempo ed inizierà il due ottobre, dopo aver provveduto alla manutenzione e riparazione di cucine ed elettrodomestici e l’acquisto di materiale vario – ha detto l’assessore alla pubblica istruzione Mariella Caleca-. Nel plesso Crispi la mensa per le elementari sarà attiva invece a breve poiché si attende che vengano ultimati i lavori al piano terra”.
Saranno 4 cuoche, dipendenti comunali ad occuparsi di predisporre il menù giornaliero per i piccoli alunni castellammaresi che, secondo le indicazioni dell’ASP, deve prevedere l’alternanza di un pasto completo adatto ai piccoli, con primo, secondo, contorno, frutta, bocconcino di pane e acqua. Indicazioni generali che riguardano tutti i comuni ma fra Castellammare ed Alcamo c’è una notevole differenza nelle quote che sono a carico delle famiglie.
Nella cittadina alcamese, anche per abbattere i costi, si parla da almeno un ventennio, della realizzazione di un centro di cottura comunale che dovrebbe sorgere nei locali del plesso Europa. Nel corso degli anni era stata anche trovata la disponibilità a dotarlo di attrezzature ed elettrodomestici da parte delle ditte che via via hanno ricevuto l’appalto. Ad oggi il centro di cottura comunale non esiste ancora. Funzionano invece le cucine esistenti in alcuni plessi scolastici le scuole materne Froebel e Collodi, e l’istituto comprensivo Bagolino.