Corte d’appello Delitto Coraci, testimone conferma la lite

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Cosa possa essere accaduto nel tragitto di poco meno di due chilometri che separa l’ex panineria Fame Chimica di piazza della Repubblica di Alcamo e il Villagio regionale, che di notte si percorre  in auto in pochi minuti, probabilmente rimarrà un mistero. Nè le indagini, né la sentenza di primo grado ,nel processo celebrato a Trapani col rito abbreviato e in quello ripreso ieri davanti ai giudici della Corte ‘Assise d’appello di Palermo, è stato colmato questo buco nero. Ieri ascoltato l’ultimo dei sei testimoni, convocati per cercare di fare completa chiarezza sull’omicidio dell’alcamese Enrico Coraci, avvenuto nel novembre di due anni fa. Con l’accompagnamento coatto si è presentato davanti ai giudici l’alcamese Antonio Di Giuseppe, 29 anni, presente nel locale dove si incontrarono Enrico Coraci e i fratelli Francesco e Vincenzo Gatto, condannati all’ergastolo.  Antonio Di Giuseppe è stato sottoposto ad una sfilza di domande da parte del Procuratore generale, degli avvocati di parte civile e dei due difensori dei fratelli Gatto. Di Giuseppe ha confermato, durante l’interrogatorio, che nel locale Fame Chimica c’era stato un alterco tra il Coraci e Francesco Gatto. La discussione si era conclusa con la “paciata”, dopo l’intervento di Vincenzo Gatto. La conversazione era poi proseguita tranquillamente. Dopo un po’ di tempo ognuno aveva preso la sua auto e andati via. Forse si sono dati un altro appuntamento nell’abitazione del Villagio Regionale dove abita la sorella dei Gatto. E sulla conferma di queste dichiarazioni si è conclusa la testimonianza di Di Giuseppe. Nell’ udienza dello scorso mese di luglio, prima della pausa estiva, aveva deposto l’alcamese Claudio Monticciolo. Anche lui  frequentatore della panineria “Fame chimica”,  che stava aperta sino all’alba con grave disturbo per gli abitanti della zona, che non sempre hanno ricevuto tempestive risposte dalle Forze dell’ordine per gli schiamazzi notturni. Gli abitanti per paura non si azzardavano a chiedere al popolo di Fame Chimica di evitare schiamazzi e alterchi ad altissima voce.  Monticciolo dopo vari tentennamenti e marce indietro ha affermato davanti alla Corte d’Appello di avere assistito al delitto confermando che a sparare sarebbe stato Francesco Gatto mentre Vincenzo lo avrebbe “invitato” a stare zitto. Fissato il calendario delle prossime udienza:  il 16 ottobre la requisitoria del Procuratore generale e l’intervento degli avvocati che assistono la famiglia Coraci, costituitasi parte civile.  Il 22 novembre la parola ai difensori dei Gatto. Il sei dicembre le eventuali repliche e la sentenza. Intanto per l’altro processo d’appello del piccolo Lorenz, trovato morto nel suo letto il 13 luglio del 2015,  per il cui omicidio è stata condannata a 24 anni, la sua mamma, la messicana Aminta Altamirano Guerrero, udienza rinviata al 19 novembre per le cattive condizioni di salute della donna.