Dieci immobili, sette imprese, alcune ubicate a Malta, operanti nel settore edile e in quello delle scommesse, quattro automezzi, sei rapporti bancari, una quota societaria e diritti di credito di un’impresa operante a Terni. Un patrimonio di oltre 6.000.000 di euro che la polizia ha definitivamente confiscato al partinicese benedetto Ninì Bacchi, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo. La figura del 50enne, imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse online, è emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla squadra mobile di Palermo e relative all’operazione “Game Over”. Indagine che ha confermato l’esistenza di una forte compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse all’interno delle quali, quotidianamente, si muove una grande mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale.
Le indagini, tra l’altro, hanno permesso di accertare come Bacchi, avvalendosi del sostegno offerto dalla famiglia mafiosa di Partinico ed, in particolare, da Francesco Nania è riuscito, in breve tempo, ad aggiudicarsi il mercato del gioco sul territorio palermitano in posizione di quasi assoluto monopolio rispetto agli altri concorrenti. Lo stesso Bacchi, nell’arco di un decennio, avrebbe sviluppato e consolidato un circuito di scommesse online in grado di competere con i più importanti marchi nazionali, con la sostanziale differenza, però, che il suo circuito, in questa rapidissima crescita, sarebbe stato supportato dall’organizzazione mafiosa Cosa Nostra che gli ha consentito di limitare drasticamente la concorrenza riciclando al contempo somme di denaro provenienti da attività illegali.
La figura del partinicese Bacchi, secondo gli inquirenti, ha quindi progressivamente assunto i caratteri dell’imprenditore che ha scelto come socio, deliberatamente, l’organizzazione mafiosa, scendendo a patti con i suoi esponenti così da poter realizzare la propria strategia di espansione. Il 26 ottobre scorso Ninì Bacchi è stato condannato dal Tribunale di Palermo a 18 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse, truffa aggravata, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.