Digos, guardia di finanza e procura di Trapani hanno sequestrato questa mattina al Comune alcuni documenti inerenti l’intricata questione del servizio di rimozione dei veicoli. Si tratta del proseguimento di un’indagine che si è aperta diverso tempo fa in cui sarebbero emerse alcune irregolarità nella gestione dell’appalto tanto da indurre il Comune, un paio di mesi fa, a revocare l’appalto alla ditta concessionaria, la Seris. Agenti e finanzieri, insieme al sostituto procuratore di Trapani Rossana Penna, hanno interloquito con il vicesindaco Gino Paglino, dirigenti e dipendenti del Settore.
Diversi i faldoni posti sotto sequestro: “Si tratta di una vicenda non nuova afferma Paglino -. Le forze dell’ordine stanno raccogliendo altri documenti, di più non posso dire dal momento che le indagini sono in corso”. Diversi i punti sui quali si stanno concentrando gli inquirenti: in primis si stanno cercando di chiarire i motivi per cui il Comune avrebbe rinnovato in convenzione il servizio affidandolo per l’appunto alla Seris che, secondo quanto denunciato dal gruppo consiliare di Abc nel dicembre scorso, sarebbe una costola della ditta a cui era stato originariamente affidato l’appalto, la Pegaso. Con quest’ultima società era sorto un contenzioso con il Comune il quale rivendicava la mancata liquidazione di 35 mila euro. L’assessore Massimo Fundarò, chiamato in causa dal consiglio che ha chiesto in merito delle delucidazioni, aveva annunciato già a dicembre scorso che la convenzione sarebbe stata revocata. Cosa che effettivamente è avvenuta.
Ma anche qui per il Comune è sorto un secondo contenzioso: la Seris infatti ha inoltrato ricorso contro la revoca dell’appalto, sostenendo di avere tutte le carte in regola per continuare a gestire il servizio. La magistratura sta cercando anzitutto di chiarire se effettivamente il passaggio in convenzione sia avvenuto legalmente, cosa che i consiglieri comunali di Abc avevano contestato sostenendo invece che sarebbe stato necessario indire una nuova gara d’appalto. E così, dopo la questione delle presunte illegittime consulenze che investì l’oramai ex sindaco Giacomo Scala e il segretario generale Cristoforo Ricupati, attualmente sotto processo, un nuovo caso scuote il palazzo di città.