C/mmare del Golfo: licenziamento Palmeri, scontro al Comune

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E’ guerra giudiziaria tra il Comune di Castellammare del Golfo e l’oramai ex dipendente dell’ente, l’ingegnere Antonino Palermi. Quest’ultimo ha presentato ricorso contro il provvedimento del segretario generale del Comune di licenziamento per effetto della condanna subita dal tecnico in primo grado dopo l’arresto subito nell’ambito dell’operazione antimafia “Tempesta”. Palmeri si è opposto al provvedimento che ha colpito altri due suoi colleghi, l’architetto Vincenzo Bonventre e l’ex vigile urbano Salvatore Lannino. In particolare Palmeri fu accusato di aver favorito una persona coinvolta nell’inchiesta di mafia: nonostante la prescrizione arrivata in appello è stato condannato a risarcire l’amministrazione comunale per 50 mila euro. L’operazione “Tempesta” fece luce su appalti comunali, gare truccate e sanatorie illegittime gestiti dalla mafia a Castellammare del Golfo. L’ufficio tecnico del Comune di Castellammare sarebbe stato a disposizione della mafia. Tre anni di indagini, intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti. In manette finirono due funzionari comunali: per l’appunto Antonino Palmeri, dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, Vincenzo Bonventre, funzionario responsabile del settore abusivismo e condono e due imprenditori Francesco Cacciatore, ex vicesindaco della cittadina del Golfo e Antonino Cusenza (la cui ordinanza gli è stata notificata in carcere, in quanto detenuto nella prima fase dell’inchiesta). L’indagine prese il nome dal soprannome del boss Francesco “Ciccio” Domingo, già condannato con sentenza passata in giudicato per associazione mafiosa, che dal carcere ordinava le estorsioni; un’operazione che aveva messo in luce gli appoggi dentro il Comune sui quali la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo poteva contare. Nel provvedimento che all’epoca fece scattare l’operazione antimafia “Tempesta” emerse che Cusenza potesse facilmente interloquire con “l’ingegnere Palmeri, così beneficiando di corsie preferenziali per quei lavori che l’Amministrazione comunale poteva affidare con procedura d’urgenza”. Palmeri, a seguito del licenziamento, ha presentato ricorso presso il Tribunale Civile di Trapani, Sezione Lavoro, chiedendo non solo l’annullamento del provvedimento notificato il 28 gennaio scorso, ma anche il risarcimento danno e la reintegrazione nel posto di lavoro, maggiorata da rivalutazione monetaria ed interessi legali, nonché la ricostruzione della posizione contributiva previdenziale ed assistenziale. A detta di Palmeri “il provvedimento è illegittimo ed inefficace”. Da par suo la giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola resta convinta del corretto iter intrapreso e per questo ha affidato l’incarico legale all’avvocato Claudio Calafiore per resistere al ricorso.

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Ci è prevenuta in redazione una nota da parte dell’avvocato Elena Mirto, difensore dell’architetto Vincenzo Bonventre, il dipendente comunale di Castellammare del Golfo finito nei guai anni addietro nell’ambito di un’operazione antimafia in cui emersero presunti collegamenti tra il mandamento mafioso locale e alcuni uffici dell’ente municipale. Il legale sottolinea, in risposta ad un nostro articolo, che nei confronti del suo assistito è caduta già in primo grado l’aggravante di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 152 del 1991. “In ordine alla condanna al pagamento di 50 mila euro – sottolinea l’avvocato Mirto – i destinatari sono tutti gli altri ritenuti responsabili da parte del giudice penale e non ha riguardato solo il mio assistito”.

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