C/mmare del Golfo: incendio casa Blunda, precisazioni del legale

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“Nessun precedente penale o collegabile ad ipotesi di racket”. Prende parola Daniela Blunda, legale di Ignazio Blunda, il castellammarese di 48 anni a cui nei giorni scorsi è stato incendiato l’immobile di proprietà in contrada Intavolata, zona a monte dell’area costiera della spiaggia Playa. Una presa di posizione che scaturisce a seguito delle indiscrezioni investigative filtrate riguardo alle varie ipotesi che sono al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Alcamo che al momento stanno ruotando a 360 gradi. Gli inquirenti infatti non escludono alcuna pista: si va dall’ipotesi di un raid per possibili scopi estorsivi, dal momento che Blunda è titolare anche in un’attività ristorativa, a quello di contrasti sorti nella vita privata o lavorativa. Circostanze su cui sono da tempo al lavoro i carabinieri per cercare di dare una spiegazione all’inquietante episodio. Il legale di Blunda ha voluto fare alcune precisazioni, dando una sua chiave di lettura rispetto alle notizie giornalistiche emerse: “Il mio assistito non ha alcun precedente alle spalle – afferma l’avvocato – né penale né tantomeno collegabile ad altri episodi intimidatori o del racket”. Il riferimento al “precedente” è legato, come specificato nell’articolo realizzato dalla nostra emittente lo scorso 20 novembre, al fatto che il fratello Giuseppe era stato citato tra le vittime del racket delle estorsioni nell’ambito dell’ultima indagine antimafia del giugno 2012. All’epoca a finire in manette nomi di spicco della mafia locale e tra questi Antonino Bosco e Diego Rugeri. Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta della direzione distrettuale antimafia si era creato in paese, con ramificazione ad Alcamo ed in altri centri della provincia trapanese, un sodalizio finito dietro alle sbarre con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, incendio aggravato, violazione di domicilio e violazione della sorveglianza speciale. L’avvocato Blunda analizza poi l’aspetto rispetto al quale il suo assistito risulterebbe impiegato in un’azienda ma con interessi in alcune delle imprese intestate al fratello Giuseppe, proprietario a Castellammare del Golfo di diversi bar, locali e altre attività: “Concetti non veritieri – rilancia – e comunque tali espressioni sembrerebbero paventare una doppia vita parallela del signor Blunda laddove il suo impiego quale lavoratore dipendente presso l’Enel Energia non sarebbe altro che una copertura ufficiale quasi a nascondere dell’altro, ma cosa non si riesce neanche a comprendere. Inoltre tale episodio necessita di ulteriori indagini al fine di comprendere le reali cause dell’incendio, se dolose o colpose”. Ovviamente quest’ultima affermazione è una libera interpretazione dell’avvocato da cui la nostra redazione prende le distanze in quanto non conforme alle reali intenzioni del concetto giornalistico che si è limitato nella mera espressione della cronaca dei fatti.