C/mmare del Golfo: estorsione, arrestati tre mafiosi

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CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP) – Vessato dal 2005, a distanza di 8 anni non ce l’ha fatta più ed ha deciso di vuotare il sacco facendo arrestare i suoi estorsori. Protagonista della denuncia Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani dal maggio scorso, titolare dell’Agesp, società di smaltimento dei rifiuti: ha raccontato agli agenti di polizia anni e anni di richieste estorsive, sempre più insistenti ed esose: l’ultimo pizzo era salito addirittura a 60 mila euro. Bongiorno ha quindi deciso di mettere fine a questa vicenda. In un mese gli inquirenti hanno chiuso il cerchio ed all’alba di oggi hanno fatto scattare le manette ai polsi di tre castellammaresi, tutti con precedenti per mafia: Gaspare Mulè, 47 anni, Fausto Pennolino, 51 anni, e Mariano Asaro, 57 anni, il personaggio più noto della mafia di Castellammare del Golfo. Quest’ultimo attualmente è detenuto per una condanna definitiva a proposito di mafia ed estorsioni con fine pena segnato nel 2024, e ha quindi ricevuto in cella la notifica del provvedimento. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Trapani che ha effettuato alcune perquisizioni. Secondo le ricostruzioni fatte dalla polizia, in base ai racconti di Bongiorno, è emerso che l’attuale presidente di Confindustria trapanese sarebbe stato fermato da Gaspare Mulè che senza tanti giri di parole gli avrebbe fatto presente che doveva pagare la “tassa” alla mafia, 10 mila euro. Ma non solo: Bongiorno avrebbe dovuto pagare gli “arretrati”, quelli per gli anni in cui i mafiosi, in carcere, non avevano potuto riscuotere il “pizzo” e quello per gli anni in cui durante la malattia della madre, titolare dell’azienda prima di Bongiorno e da poco deceduta, non avevano avanzato alcuna richiesta: “Noi abbiamo avuto rispetto per la salute di tua madre, ma adesso devi darci anche questi arretrati” avrebbero detto gli strozzini. Bongiorno ha anche ricordato che in una occasione, a Pasqua del 2007, fu portato da Fausto Pennolino ad incontrare Mariano Asaro e in questa occasione gli sarebbe stato detto come doveva comportarsi per la consegna del denaro e a chi doveva farlo avere. In quella occasione, secondo la versione di Bongiorno, gli fu fatto uno scontro: dovette sborsare “solo” 5 mila euro. Dal 2007 al 2013, invece, le richieste si sono interrotte. Nel frattempo, infatti, la Dia aveva fatto una retata arrestando anche i tre presunti estorsori di Bongiorno, ma per reati diversi. All’inizio di agosto 2013, però, Mulè, appena scarcerato, si sarebbe presentato chiedendo a Bongiorno di pagare il pizzo per l’anno in corso e per tutti gli anni in cui nessuno di loro si era potuto presentare a riscuotere il denaro. In soldoni ben 60 mila euro, ovvero 10 mila euro all’anno, dalla Pasqua del 2007 all’agosto 2013.