Chiusura scuole, Surdi non interviene. Caos in Sicilia, ruoli stravolti. Decidono i giudici

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Sulla salute degli italiani e sui rischi, più o meno grandi, legati a un diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione, soprassiede la magistratura. La perdurante pandemia sta causando confusione anche sui ruoli istituzionali. E’ il caso della chiusura delle scuole, decisa dai sindaci prima per i comuni gialli e poi arancioni, sulla quale è arrivata la mannaia del TAR, il tribunale amministrativo regionale, al quale si è rivolto il ministero della pubblica istruzione, e non quello della sanità, per fermare il dilagare di ordinanze con cui i primi cittadini avevano chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado. Ma una volta non erano proprio i sindaci le massime autorità sanitarie in caso di emergenze? E le ASP, organi periferici di assessorato regionale salute e quindi del sistema sanitario nazionale, cosa ci stanno a fare? Infatti i sindaci hanno avuto il parere favorevole, conditio sine qua non, proprio dalle aziende provinciali interpellate. Niente da fare.

In Italia il covid ha forse anche stravolto le competenze. Sulla salute di insegnanti, personale ATA, alunni, studenti e relative famiglie soprassiedono adesso i giudici del TAR e il ministero della pubblica istruzione. Nessuno però si è preso la briga di sottoporre a tampone gratuito tutti i docenti che giovedì scorso sono rientrati in classe e così, già al primo giorno di lezioni, si sono registrati casi di positività fra insegnanti e personale scolastico. Intanto oggi le scuole dei comuni arancioni del trapanese e del palermitano, i cui sindaci avevano richiesto e ottenuto parere favorevole dell’ASP, sono rimaste chiuse. La sentenza del TAR, infatti, è stata emessa per le scuole di Siracusa ma su ricorso del ministero che potrebbe inoltrarlo anche per gli altri comuni.

Ad Alcamo, invece, nulla cambierà in quanto Domenico Surdi, seppur lo consentissero ampiamente i numeri in possesso dell’ufficio epidemiologico dell’ASP di Trapani, non ha inoltrato alcuna richiesta per la chiusura delle scuole. Lo stesso comune di Alcamo, come invece fatto a Castellammare del Golfo e in altri luoghi prima delle chiusure, non ha nemmeno interrotto il servizio di mensa scolastica che mette a stretto contatto, per più di mezzora, alunni e bambini di classi diverse. O il sindaco di Alcamo, in quanto avvocato, conosce meglio le leggi rispetto agli altri colleghi oppure non ritiene che l’attuale situazione, con circa mille positivi e alcune migliaia in quarantena, necessiti di interventi drastici come quando vennero sospese attività ed eventi natalizi proprio come aveva suggerito l’ASP di Trapani con un’apposita nota. E ci risiamo. Chi soprassiede, in questo periodo, sulla salute della gente?