‘Cemento del Golfo’, anche in appello niente 416 bis. Accolta eccezione dell’avvocato Gervasi

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Respinto l’appello del pm della DDA contro l’assoluzione dal 416 bis, dal reato quindi di associazione mafiosa, dei castellammaresi Mariano Saracino, Martino e Vito Badalucco, coinvolti nell’operazione ‘Cemento del Golfo’ messa a segno dai carabinieri nel marzo del 2016. In sede di discussione l’avvocato Nicolò Gervasi, difensore di Saracino, aveva eccepito l’inammissibilità dell’appello proposto dalla DDA di Palermo perché depositato oltre i termini previsti dalla legge.

Il legale ha asserito che il termine per impugnare decorreva dalla data del deposito della sentenza e non da quello dell’avviso di deposito della stessa sentenza. L’eccezione di Gervasi è stata accolta e recepita dalla Corte di Appello di Palermo che ha dichiarato l’inammissibilità dell’appello del PM della DDA ma che ha confermato la sentenza di primo grado. Restano quindi le condanne per estorsione aggravata dall’avere agevolato l’attività della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo. Si tratta di un paio di casi di estorsione ad alcuni imprenditori edili per costringerli all’acquisto del loro cemento.

In primo grado Mariano Saracino ebbe dieci anni e due mesi di reclusione, Martino Badalucco otto anni e sei mesi, Vito Badalucco otto anni. I legali dei tre, oltre a Nicolò Gervasi anche Vito Galluffo ed Ernesto Leone, hanno comunque già preannunciato il ricorso per cassazione. I tre castellammaresi coinvolti nell’operazione Cemento del Golfo sono stati anche condannati a risarcire le parti civili: comune di Castellammare del Golfo, Libero Futuro – Associazione Antiracket Libero Grassi, associazione Castello Libero, Centro Studi Pio La Torre e Sicindustria Trapani. Tutte dovranno essere risarcite di 1300 euro, oltre al rimborso delle spese processuali in favore dell’associazione Antiracket e Antiusura Alcamese.