Castello di Calatubo, ottimo restauro ma senza copertura torre. Associazione ottiene terreni

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Si sono conclusi a novembre i lavori di restauro al castello di Calatubo finanziati con i fondi del GAL. E che hanno permesso di sistemare parte delle stalle della prima corte e parte del muro di ingresso al castello dove è stato collocato il cancello in ferro battuto, fedelmente ricostruito grazie alle foto d’archivio, nonché di consolidare e ricostruire fedelmente le parti mancanti della torre Sud-Ovest dell’antico maniero denominata “di lu Re biddicchiu”. La ditta ‘Scancarello’, grazie anche al materiale storico-fotografico fornito al direttore dei lavori, l’architetto Giuseppe Provenzano, dall’associazione ‘Salviamo il Castello di Calatubo’, ha completato l’opera in maniera egregia.

Resta il rammarico per il mancato accordo tra il comune di Alcamo e la stessa associazione che si era adoperata per installare, in maniera del tutto gratuita, la copertura in legno alla stessa torre sud-ovest, stranamente non prevista nel progetto. Il gruppo di volontari, davvero i custodi del castello di Calatubo, avrebbero sfruttato il ponteggio prima che venisse smontato. Dalla giunta Surdi, però, non è arrivata alcuna risposta positiva e la ditta Scancarello ha giustamente smontato tutto.

Sulla stessa ‘Torre di lu re Biddicchiu’ è stato collocato uno stemma in travertino, donato dalla stessa associazione, risalente al 1600, in travertino, e recante le armi della nobile famiglia De Ballis proprietaria del castello nel 1583. Lo stemma, insieme ad un acquasantiera in marmo rosso del  Bonifato, era stato donato a “Salviamo il Castello” dagli eredi dei Papè ex proprietari del maniero che sorge fra Alcamo, Partinico e Balestrate.

La stessa associazione,  nell’aprile di quest’anno, ha anche stipulato con il Barone Manfredi Pucci Di Benisichi un comodato d’uso per 15 anni dei terreni antistanti e delimitanti le mura del castello ai fini di tutelare l’area archeologica e l’importante necropoli sicana-elima del sesto secolo Avanti Cristo che esiste attorno alla roccaforte. Chiunque vorrà accedere al castello di Calatubo dovrà quindi avere il consenso per il passaggio da parte dell’associazione presieduta da Stefano Catalano.