Diversi esponenti della mafia di Castellammare del Golfo trapiantata in America sono stati arrestati ieri nell’ambito di un’operazione condotta dall’Fbi a New York e in altri 4 Stati. In tutto 46 arresti e tra loro gli affiliati alla famiglia Bonanno che è cosiderata una delle più antiche consorterie mafiose statunitensi: nata alla fine dell’800 a Castellammare del Golfo, si trasferì a New York all’inizio del ‘900 diventando sempre più influente ed attiva. I Bonanno si sarebbero accordati con altre famiglie mafiose italoamericane dai cognomi pesanti come Genovese, Gambino e Lucchese. La maggior parte delle attività criminali orbitavano intorno a New York City. Soprannominato «East Coast Lcn Enterprise», il gruppo portava avanti lo schema per arricchire i membri e i capi delle varie famiglie con violenza ed estorsione, incendio doloso, racket, assalto, vendita illegale di armi da fuoco e gestione illecita di saloni di gioco d’azzardo. Contestati anche frode alle assicurazioni mediche e contrabbando di sigarette. Nella documentazione depositata in tribunale le autorità citano alcuni casi di intimidazione e minacce contro chi doveva soldi alle famiglie o tentava di scavalcarle. Gli affari criminali dell’organizzazione sono stati considerati totalmente diversificati in numerosi settori e la cosiddetta «manovalanza» continuava a «minacciare, mutilare, assassinare la gente che ostacolava il loro cammino». Secondo quanto trapelato le famiglie, e tra queste per l’appunto i Bonanno di Castellammare del Golfo, avevano stretto un’insolita alleanza e avevano sviluppato un linguaggio codificato per organizzare incontri nelle aree di servizio delle autostrade e nei ristoranti. Alcuni degli arrestati hanno soprannomi significativi come Nicholas «Nicky la Parrucca» Vuolo, Anthony «Noy lo storpio» Cassetta, John «rimorchiatore» Togino e Eugene «Gallo» O’Nofrio. Rischiano una pena fino a 20 anni di carcere.