Castellammare del Golfo-Lavori al porto, si sblocca il II lotto dopo la bufera giudiziaria

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Da oggi riapre uno dei cantieri per il completamento del porto di Castellammare del Golfo, faraonica opera pubblica rimasta bloccata dalla famosa inchiesta giudiziaria da cui è emerso il presunto interesse di ditte in odor di mafia ed anche l’ipotesi di utilizzo di cemento depotenziato. Si riparte per l’esattezza dopo 8 anni di totale fermo con il cantiere del II lotto: lavori per un totale di 9 milioni di euro che riguarderanno l’ampliamento del piazzale a 70 metri, l’escavazione dei fondali e la ristrutturazione della vasca regina. Nello specifico il fondale sarà raddoppiato rispetto ai circa 4 metri attuali di profondità, e questo potrebbe permettere l’attracco di navi e imbarcazioni di maggiore grandezza, dunque un’ottima prospettiva per il turismo castellammarese; l’ampliamento del piazzale invece servirà anche per ospitare la nuova sede della guardia costiera e i locali per un distaccamento dei vigili del fuoco addetti per l’appunto alle attività portuali. Il cantiere si prevede duri 18 mesi: “Abbiamo però avuto rassicurazioni che si possa anche chiudere prima – sottolinea il sindaco di Castellammare, Nicola Coppola – grazie all’utilizzo di sofisticati macchinari. Per questa estate i disagi saranno poi ridotti al minimo indispensabile: nell’area del cantiere non saranno ad esempio smontati i due pontili, che dunque resteranno regolarmente attivi. Si lavorerà sino a settembre prevalentemente sull’altra banchina sulla vasca regina”. Già stabilito quindi il cronoprogramma di interventi il cui appalto è stato assegnato in seguito allo scorrimento della graduatoria stilata prima che la Procura bloccasse tutto per sospette infiltrazioni mafiose nel 2010. Ad effettuare questi lavori sarà l’associazione temporanea d’imprese Sics. Il cantiere venne interrotto per l’inchiesta sul presunto utilizzo di cemento depotenziato portata avanti dalla guardia di finanza che sancì, su disposizione della Procura, il sequestro dell’area e l’iscrizione nel registro degli indagati di diverse persone, oggi tutte sotto processo. In questi ultimi tre anni, in particolare, sono stati superati numerosi scogli di natura burocratica per la ripresa dei lavori di questo II lotto: è stato infatti registrato il contratto d’appalto e si è dovuto attendere l’ok della Corte di conti. Si è dovuto anche attendere per il cambio del nominativo del responsabile unico del procedimento nominato dalla Regione. All’epoca in cui scattò l’indagine, nel 2010, furono passati ai raggi x le imprese appaltanti e sub-appaltanti coinvolte nel contratto di esecuzione dei lavori. I finanzieri avevano posto sotto sequestro l’intera struttura cementizia realizzata all’interno dell’area di cantiere del porto dove erano stati dislocati i massi artificiali destinati a contenere il moto ondoso e che non sarebbero stati considerati conformi a quanto stabilito dal contratto di appalto. Riguardo al I stralcio di lavori di messa in sicurezza la situazione invece è ancora da concretizzare. I tecnici della Regione hanno rimesso piede nel cantiere per verificarne le condizioni, predisporre la perizia e successivamente aggiudicare la gara. In questo caso in ballo ci sono 6 milioni di euro. Qui si dovrà procedere con un nuovo appalto dopo avere sciolto il contratto con la Kostruttiva (ex Coveco): “Già c’è la perizia e ultimamente l’iter è andato avanti – aggiunge il primo cittadino -. La prossima settimana attendiamo in visita l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Si dovrà ora procedere alla progettazione e quindi si potrà andare all’affidamento dell’appalto. Da quel che mi viene riferito ci sono buone probabilità che entro fine anno si possa procedere all’aggiudicazione dell’appalto”.