Castellammare del Golfo-Ipab, Regione ordina chiusura: Comune ricorre al Tar

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Dipendenti dell’Ipab “Istituto Regina Elena e Vittorio Emanuele II” di Castellammare del Golfo nell’eterno limbo. Nessuno li vuole più. Nè la Regione, nè tantomeno il Comune. Una situazione davvero incredibile che rischia seriamente di buttare in mezzo alla strada 12 persone, 9 dipendenti e 3 contrattiste. In realtà è da anni che queste lavoratrici sono di fatto senza un vero lavoro: nel senso che pur avendo un’occupazione quotidiana hanno ricevuto i loro stipendi a singhiozzo arrivando ad un arretrato con l’istituto, quindi con la Regione, di oltre una settantina di stipendi. Ora addirittura c’è un braccio di ferro tra il governo regionale e quello comunale. Le Ipab, compresa quindi quella di Castellammare, sono state messe in liquidazione. Ebbene la Regione, sulla base di alcune norme, ha devoluto il patrimonio dell’istituto al Comune di Castellammare del Golfo che però di contro deve farsi carico “di ogni rapporto attivo e passivo”, assorbendo quindi anche il personale dipendente facendone salvi i diritti acquisiti in rapporto al maturato economico. Dal municipio però rispondono picche, sostenendo che non è possibile farsi carico delle conseguenze della devoluzione di ogni rapporto attivo e passivo. In poche parole l’ente locale non può mettersi a carico nessuno e non può nemmeno estinguere debiti. La Regione però è andata avanti come un treno nel suo iter di fatto trasferendo tutto in capo al Comune che però di contro ha deciso di fare ricorso al Tar chiedendo la sospensione del decreto regionale. L’incarico legale è stato affidato dalla giunta guidata dal sindaco Nicola Coppola all’avvocato Maria Beatrice Miceli. Un ricorso che è fondato sul fatto che il Comune castellammarese non è in grado di sobbarcarsi un tale onere economico e per questo ha deciso di difendere “i fragili equilibri di bilancio esistenti”. All’Ipab di Castellammare la situazione da tempo è precipitata ed è arrivata al culmine dell’esasperazione tanto che diverse volte le lavoratrici hanno manifestato il loro dissenso. Durante l’ultima gestione commissariale si era tentato di risanare i conti di questo ente: l’idea era stata quella di avviare una stretta collaborazione con  Comuni del comprensorio per attivare servizi in convenzione. In questo modo la struttura avrebbe potuto contare su delle entrate che ne avrebbe permesso il sostentamento e ai Comuni sarebbe cambiato poco: in pratica attraverso i servizi sociali anziché esternalizzare a ditte esterne private si era pensato per l’appunto a dare alcune attività direttamente all’istituto castellammarese. Evidentemente però questo non è bastato ed oggi è arrivato il triste epilogo dell’estinzione dell’Ipab castellammarese.