Castellammare del Golfo-Impianti depurativi sequestrati, vertice al Comune

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In via di programmazione un vertice al Comune di Castellammare del Golfo per valutare quanto accaduto in questi giorni con il sequestro degli impianti di depurazione delle acque reflue in contrada Cerri e nella frazione di Balata di Baida. Al momento non ci sarebbe nessuna iscrizione nel registro degli indagati della Procura: nè funzionari del Comune, nè amministratori. Da vedere come si evolverà la situazione sul piano giudiziario. Una cosa è certa e cioè che i sigilli agli impianti hanno spiazzato il governo cittadino. Stiamo parlando infatti di strutture di depurazione che storicamente sono inattive: il depuratore di contrada Cerri è fermo dagli anni ’90, quello di Balata di Baida addirittura non è mai entrato in funzione. Cosa quindi ha spinto guardia costiera di Trapani e carabinieri del Noe al sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trapani su richiesta della Procura? “E’ quello che onestamente ci chiediamo anche noi – sottolinea il vicesindaco Salvo Bologna che ha seguito in questi giorni tutta la vicenda -. Ci confronteremo con il responsabile del Settore Lavori pubblici e valuteremo la situazione. Credo che comunque non cambierà nulla dal momento che i sigilli riguardano impianti di fatto da molto tempo inutilizzati”. Secondo quanto appurato dagli inquirenti entrambi gli impianti presentano evidenti segni di cedimento strutturale: dunque le acque reflue, senza subire alcun tipo di processo depurativo, si riversano in mare. Questo avrebbe comportato “nocumento al corpo ricettore con conseguente alterazione dell’ecosistema marino costiero”. Non a caso il Comune di Castellammare è da tempo in procedura d’infrazione da parte del ministero dell’Ambiente. Tra le anomalie riscontrate nel corso delle indagini è stata accertata anche che l’autorizzazione regionale allo scarico era scaduta da anni. Il personale dell’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente della sezione di Trapani, che ha coadiuvato l’attività di polizia giudiziaria, nelle successive analisi di laboratorio dei campioni prelevati ha confermato il superamento dei parametri previsti dal Testo unico ambientale. Intanto il Comune ha in prospettiva la possibilità di superare una volta per tutte questo grave handicap ambientale con il finanziamento in arrivo da 23 milioni di euro per la realizzazione del nuovo depuratore e della rete fognaria a Scopello. Ma l’iter per andare in gara si è notevolmente rallentato a causa di un aspetto tecnico inerente al progetto e che riguarda un costone pericolante nei cui pressi andrebbe allocato l’impianto depurativo: “Questo ci spinge a fare ulteriori pressioni anche nei confronti del commissario ad acta che sta seguendo l’iter progettuale – rilancia il vicesindaco – in modo da fare il più in fretta possibile per arrivare alla definizione di tutto. Riguardo al costone sono in corso degli interventi di messa in sicurezza e questo aiuterebbe molto a sbloccare l’iter burocratico per arrivare all’indizione della gara”.