Castellammare del Golfo: condannato boss emergente Diego Rugeri

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Il tribunale di Trapani ha condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione Diego Rugeri (nella foto), 34 anni, di Castellammare del Golfo, per associazione mafiosa, tentata estorsione e danneggiamenti. I pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Sgarella e Marzella, avevano chiesto per  per Diego “u nicu” Rugeri una condanna a 18 anni. Arrestato due anni fa nell’ambito dell’operazione antimafia “Crimiso”, assieme a una decina di presunti affiliati alla cosca di Alcamo, Rugeri è ritenuto dagli inquirenti il braccio destro di Antonino Bonura, considerato l’attuale reggente del mandamento. L’operazione, condotta dalla polizia e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, scongiurò una faida interna tra le “famiglie” di Alcamo e Castellammare del Golfo. Rugeri è stato l’unico ad avere scelto il rito ordinario. Dall’inchiesta, che aveva portato alla scoperta dei vertici delle cosche, era emersa una spaccatura all’interno della ‘famiglia’ di Castellammare: un gruppo di uomini d’onore che faceva riferimento a Diego Ruggeri avrebbe preteso il pizzo senza chiedere l’autorizzazione al capomafia Michele Sottile che, per anzianità, sarebbe stato il capo naturale del clan. Per evitare che scoppiasse una guerra di mafia e dirimere le controversie da altri due uomini d’onore coinvolti nel blitz, Antonino Bonura e Rosario Leo, venne convocata una riunione tra i vertici delle famiglie di Alcamo, Castellammare e Calatafimi. Gli inquirenti avevano anche scoperto un tentativo della famiglia mafiosa di Alcamo di ottenere il monopolio del commercio di calcestruzzo imponendo alle imprese di acquistarlo da ditte vicine ai clan. Le indagini della squadra mobile di Trapani e del commissariato di Castellammare del Golfo, le attività di intercettazione e i servizi di pedinamento assieme alle testimonianze di alcuni degli imprenditori ricattati, hanno rilevato come Diego Rugeri si era gettato a capofitto nell’attività di taglieggiamento nei confronti di diversi imprenditori e commercianti. A capo di questa faida che voleva scalzare i vecchi boss c’era proprio Rugeri che, secondo le indagini, infatti aveva deciso di sostituirsi al capo del clan, Michele Sottile, per diventare lui stesso capo della famiglia. Con riti alternativi erano stati già condannati Michele Sottile, 8 anni e 2 mesi, Vincenzo Campo e Nino Bonura, 8 anni, Nicolò Pidone 6 anni e 6 mesi, Sebastiano Bussa e Rosario Tommaso Leo 6 anni, Giuseppe Sanfilippo 5 anni e 2 mesi, 4 anni per Salvatore Mercadante e Vincenzo Bosco.