Il Comune di Castellammare del Golfo affila le armi e nomina il legale di fiducia che dovrà difendere l’ente dal ricorso fatto dall’ingegnere Antonino Palmeri contro il suo licenziamento da dirigente dell’ufficio tecnico. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nicola Coppola ha affidato l’incarico all’avvocato Claudio Calafiore il quale avrà quindi il compito di affrontare questa vertenza al tribunale del lavoro della sezione di Trapani a cui Palmeri ha fatto ricorso dopo essere finito nella bufera dell’operazione antimafia “Tempesta”. Palmeri si è opposto al provvedimento che ha colpito altri due suoi colleghi, l’architetto Vincenzo Bonventre e l’ex vigile urbano Salvatore Lannino. In particolare Palmeri fu accusato di aver favorito una persona coinvolta nell’inchiesta di mafia: nonostante la prescrizione arrivata in appello è stato condannato a risarcire l’amministrazione comunale con la somma di 50 mila euro. L’operazione “Tempesta” fece luce su appalti comunali, gare truccate e sanatorie illegittime gestiti dalla mafia a Castellammare del Golfo. L’ufficio tecnico del Comune di Castellammare sarebbe stato a disposizione della mafia secondo quanto emerso dall’inchiesta. Tre anni di indagini, intercettazioni ambientali e telefoniche, pedinamenti. In manette finirono alcuni funzionari comunali tra cui per l’appunto Palmeri, allora dirigente dell’ufficio tecnico del Comune, ed ancora Vincenzo Bonventre, funzionario responsabile del settore abusivismo e condono, e due imprenditori Francesco Cacciatore, ex vicesindaco della cittadina del Golfo e Antonino Cusenza (la cui ordinanza gli è stata notificata in carcere, in quanto detenuto nella prima fase dell’inchiesta). L’indagine prese il nome dal soprannome del boss Francesco “Ciccio” Domingo, già condannato con sentenza passata in giudicato per associazione mafiosa, che dal carcere ordinava le estorsioni; un’operazione che aveva messo in luce gli appoggi dentro il Comune sui quali la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo poteva contare. Nel provvedimento che all’epoca fece scattare l’operazione antimafia emerse che c’era chi poteva facilmente interloquire con “l’ingegnere Palmeri, così beneficiando di corsie preferenziali per quei lavori che l’amministrazione comunale poteva affidare con procedura d’urgenza”. Palmeri, a seguito del licenziamento, ha presentato ricorso chiedendo non solo l’annullamento del provvedimento ma anche il risarcimento danno e la reintegrazione nel posto di lavoro, maggiorata da rivalutazione monetaria ed interessi legali, nonché la ricostruzione della posizione contributiva previdenziale ed assistenziale. A detta di Palmeri “il provvedimento è illegittimo ed inefficace”.