Chiuse le indagini sulla casa degli orrori di Castellammare del Golfo, la comunità alloggio “Rosanna” venuta alla ribalta per le violenze patite dagli anziani ricoverati da parte di 4 persone tra proprietari e dipendenti. Per tutti e quattro la Procura di Trapani si accinge a questo punto a chiedere il rinvio a giudizio, preludio come spesso accade dopo l’informativa sulla chiusura delle indagini. Al momento gli indagati sono Rosanna Galatioto, 48 anni, che gestiva la casa di cura, Anna Maria Bosco, 46 anni, Matteo Cerni di 66 anni, tutti e tre di Castellammare del Golfo, e Antonietta Marianna Rizzo, 31 anni, di Alcamo. L’operazione scattò nel novembre scorso e venne coordinata dalla Procura di Trapani, portata avanti dai carabinieri della Compagnia di Alcamo, guidati dal capitano Giulio Pisani, e dal comandante della stazione di Castellammare del Golfo Luigi Gargaro. Galatioto, Bosco, Cerni e Rizzo sono stati inchiodati dalle telecamere e dalle cimici piazzate dai militari dell’Arma all’interno della comunità-alloggio che sorge in via Segesta. Indagini portate avanti con metodi tradizionali dal momento che dall’interno della stessa struttura non è mai trapelato nulla per il clima di terrore che si era instaurato. Infatti i quattro avrebbero fatto ricorso spesso alle minacce per evitare che gli anziani potessero dire qualcosa ai parenti. Anzi, quando questi si ribellavano venivano per l’appunto sottoposti ad angherie anche peggiori. Tra gli episodi più terribili che sono stati raccontati dal Gip quello che un’anziana veniva schiaffeggiata e derisa perché con problemi di incontinenza e sporcava continuamente il pannolone; oppure ad un altro degente veniva fatto pulire con il corpo la saliva che accidentalmente perdeva dalla bocca e finiva sul pavimento. Tanto che lo stesso gip paragonava la casa di cura a un “lager”. Gli inquirenti hanno evidenziato “l’intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione ci continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti”. Secondo quanto captato da cimici e telecamere in quella comunità gli anziani sarebbero stati anche immotivatamente privati del cibo o dell’acqua, mentre altre volte venivano forzati a mangiare o a ingoiare più velocemente. Ad una 90enne venivano poi riservati i maltrattamenti peggiori: non solo schiaffeggiata ma addirittura legata alla sedia o al letto. Secondo le accuse mosse dalla Procura i 4 devono rispondere di sequestro di persona aggravato in concorso, violenza privata pluriaggravata continuata in concorso e maltrattamenti aggravati contro familiari e conviventi in concorso. La struttura è sequestrata e affidata ad un amministratore giudiziario nominato dalla Procura stessa.
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