Castellammare del Golfo: acqua e rifiuti, nodi e disservizi da sciogliere

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«Vogliamo pagare quello che conferiamo in discarica e, alla ditta che gestisce il servizio, le spese per il personale e quelle generali, ma di certo non vogliamo regalato alcunché esigendo al contempo maggiore correttezza amministrativa”. Lo afferma il sindaco Nicolò Coppola in riferimento ai servizi di nettezza urbana che, secondo il primo cittadino, vengono pagati eccessivamente. Effettivamente il Comune castellammarese da quando ha attivato il servizio di raccolta porta a pota paga praticamente il doppio. Con il passaggio dall’Ato in via di liquidazione all’Srr l’intenzione è quella di rivedere proprio i costi: “Il sistema di calcolo usato dall’Ato, e approvato dall’assemblea, – precisa Coppola – aveva preso come moltiplicatore la quantità di rifiuti prodotti e non il dato ovvio che è quello del personale impiegato aggiungendovi poi quello delle spese generali sostenute. Questo non ci sta bene, ma soprattutto non può stare bene ai nostri concittadini”. Nel 2016 ilo Comune di Castellammare si dovrà far trovare pronto all’affidamento del nuovo servizio, in quanto andrà in scadenza il contratto attualmente in vigore con l’Aimeri Ambiente: “Una scelta che andrà fatta nel pieno spirito della condivisione di tutte le forze politiche – sostiene Coppola – affinché si possano avviare soluzioni economicamente sostenibili che tutelano la salute, la pulizia, il decoro urbano, i livelli occupazionali ma altresì l’economicità di spesa per la nostra amministrazione, beneficiando di costi di gran lunga inferiori e un servizio più moderno anche attraverso l’impiego di tecnologie capaci di fronteggiare l’evasione e far pagare in proporzione a ciò che si produce”. Ma c’è anche il nodo del servizio idrico che ancora a Castellammare è tutto da sciogliere. Infatti in paese vige ancora la gestione dell’Eas, l’ente acquedotti siciliano oramai da anni in via di liquidazione e quindi portandosi dietro tutte le attuali carenze strutturali e logistiche: “Avevamo realizzato una ipotesi di passaggio che prevedeva un periodo di accompagnamento di due anni, anche al fine di recuperare il credito che dovrebbe essere di circa 2 milioni di euro, di cui 900 mila euro di canoni di depurazione – spiega il sindaco -. I Comuni ci siamo incartati su una norma che consente da un lato di acquisire il servizio, mentre dall’altro ci obbliga a forme di associazione tra Comuni, che non siamo ancora in grado di affrontare con la maturità e la serietà necessaria. La finanziaria ter del governo regionale aveva fatto chiarezza, ma il commissario dello Stato ha emesso l’impugnativa e quindi ad oggi siamo impantanati, come ormai succede da tanti anni e paghiamo parecchio in termini di manutenzione che l’Eas di fatto non è più in condizione di garantire”.