Dai reperti archeologici che risalgono alla preistoria alle opere di arte medievale e moderna, senza dimenticare le testimonianze di una delle pratiche agricole più antiche: la produzione del vino. Un nuovo progetto museografico è stato realizzato al castello “Grifeo” di Partanna. La sua realizzazione è stata curata dall’architetto Bernardo Agrò, direttore del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, nella cui competenza ricade anche il maniero partannese I nuovi percorsi del Museo saranno inaugurati sabato prossimo alla presenza del presidente della Regione Nello Musumeci, dell’assessore regionale ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà e del sindaco di Partanna Nicola Catania. Quest’ultimo già pronto a candidarsi per le prossime regionali.
Quattro le sezioni museali; quella Archeologico-Preistorica, costituita da reperti provenienti, in larga parte, dall’area archeologica di Contrada Stretto e da alcune necropoli del territorio belicino. La sezione di Arte medievale e moderna con dipinti e affreschi che risalgono a un’epoca compresa tra il XV – XVII secolo. Particolarmente prezioso per la sua bellezza, ma anche per la singolarità della vicenda che ne ha determinato la deturpazione, il polittico della Madonna del Rosario tra Santi domenicani, datato 1585. L’ultima sezione del piano corte è costituita dalla casa-museo dove sono presenti gli arredi della famiglia Adragna che testimoniano la vita nel Castello tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. In questo spazio, realizzato in collaborazione con associazioni culturali e il GAL Valle del Belice, si racconta la storia millenaria del vino in Sicilia, si è già dato corso alla produzione di grani antichi, agli olii di storica e antica coltivazione narrata dalle fonti e al recupero della coltivazione di antichi vitigni.