Caro gasolio in Sicilia, aumenti nelle isole minori. I sindacati preannunciano lo sciopero

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Anche in Sicilia l’aumento del costo del carburante sta causando non pochi disagi a consumatori e benzinai costretti a subire la scelta del governo nazionale che, in adozione del “decreto benzina” a partire dal 1 gennaio di quest’anno, ha voluto non rinnovare lo sconto sulle accise, in vigore da quasi un anno, e scaduto il 31 dicembre scorso.  Il taglio era stato applicato, per la prima volta, a marzo 2022 con l’approvazione del decreto “Ucraina bis”: sia per la benzina che per il diesel, la riduzione era stata, complessivamente, di 30,5 centesimi.

Questo fino a dicembre 2022, quando, con il decreto legge “Aiuti quater”, il taglio era stato prorogato fino alla fine dello scorso anno e ridotto a 18,3 centesimi. In Sicilia i rincari si registrano soprattutto nelle isole minori dove il costo al litro, in alcuni casi, sfiora i 2,50 euro. Dopo i record di Ustica e Lampedusa, al terzo posto si registra Pantelleria con il gasolio giunto a 2,25 euro e la benzina a 2,19 euro.

Prezzi più contenuti si registrano a Favignana, nelle Egadi: 2,17 euro il gasolio e 2,10 la benzina. A Marsala, secondo gli ultimi aggiornamenti di “Prezzi Benzina.it”, un litro di benzina costa in media 1,82 servito; a Trapani circa 1,80 mentre un litro di diesel costa 1,84; ad Alcamo il costo della benzina e del diesel si mantiene, ad oggi, sotto l’1,80 euro. T

ra i settori colpiti dall’aumento progressivo del gasolio rientra anche quello del mercato ittico con circa 200 milioni di euro di mancato fatturato. Dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri del 10 gennaio che aveva “aggiustato” una norma che consentirebbe di ridurre le accise, se il prezzo superi almeno il 2% del valore indicato nel Def e prorogato il “bonus benzina” per tutto il 2023, la Guardia di Finanza ha annunciato che verranno intensificati i controlli su tutto il territorio e alcune procure hanno già avviato indagini per verificare eventuali rialzi del prezzo de carburante non giustificati.

Nel frattempo, in attesa dell’incontro di oggi tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e i sindacati di categoria, i gestori delle pompe di benzina hanno annunciato uno sciopero per il 25 e il 26 gennaio “porre fine a questa ‘ondata di fango’ – si legge nella nota di Faib Confsercenti e Fegica Confcommercio – e cercare di ristabilire la verità”.ici