Caro biglietti aerei per la Sicilia anche per Pasqua. Il mistero dell’Antitrust

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La storia si ripete puntualmente ad ogni importante festività: Natale e Pasqua che è bello trascorrere in famiglia. La storia si ripete puntualmente con l’aumento spropositato dei prezzi di biglietti aerei che costringono migliaia di persone quindi anche gli studenti universitari a rimanere nelle città in cui studiano. La storia si ripete puntualmente con le immancabili quante, risultate inutili, prese di posizione dei politici in primis del presidente della Sicilia, Renato Schifani. La storia si ripete puntualmente con le dichiarazioni dei sindacati che lasciano il tempo che trovano. La storia si ripete da perché sul caro biglietti degli aerei, interviene, per come accade anche in questi giorni, dell’Antitrust, che preannuncia controlli volti ad impedire accordi a danno dei consumatori che distorcano la possibilità di libera concorrenza.

Decine di annunci dell’Antitrust, ma dopo non si sa più niente. Quali sono stati i risultati? Restano un interrogativo. Ma a cosa serve allora l’Antitrust. Un solo fatto è certo: tornare a casa resta un lusso per pochi. A Pasqua, come era già accaduto durante il periodo di Natale dell’anno scorso, i prezzi per viaggiare in aereo verso la Sicilia sono ancora una volta improponibili pur acquistando il biglietto con due mesi di anticipo. Non va meglio nemmeno per i potenziali turisti: scegliere Palermo o Catania per trascorrere qualche giorno di vacanza può comportare costi elevatissimi scoraggiando così qualsiasi voglia di conoscere meglio l’Isola e le sue bellezze. La Pasqua quest’anno cade il 9 aprile. In genere si partirebbe venerdì 7 e l’11 aprile, il giorno successivo alla pasquetta, per il possibile ritorno a casa. Andata ritorno da Milano Linate può costare oltre 400 euro con Ita, la compagnia che preso il posto di Alitalia. Oltre trecento per Roma.  Sul caro voli la Regione e il Codacons a Natale avevano presentato un esposto all’Antitrust che ha aperto un’istruttoria sulla vicenda: nel mirino erano finite alcune compagnie. Ma che fine ha fatto l’istruttoria? Se l’Antitrust lo comunicasse sarebbe positivo, invece tutto resta in aria come gli aerei in volo per coloro i quali se lo possono permettere