Carcere, protesta del personale a Trapani. I sindacati inviano nota al provveditorato

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Proseguono le protese al carcere “Pietro Cerulli” di Trapani: appena ventidue giorni fa, infatti, una nota congiunta era stata inviata da parte delle rappresentanze sindacali del settore della polizia penitenziaria a Fabio Prestopino, direttore pro tempore della casa circondariale trapanese, per segnalare la drammatica situazione con la quale, già da tempo ormai, convivono gli agenti penitenziari. La sempre più evidente  carenza di organico costringe gli agenti a turni lavorativi incessanti dalle 8 del mattino  alle 19 senza neanche la possibilità di poter consumare un pasto neppure sul posto di lavoro. Inoltre le sezioni in cui sono presenti più di 100 detenuti e che dovrebbero essere gestite da almeno 2 agenti per piano, si ritrovano in realtà ad essere gestite da un solo dipendente col rischio, non indifferente, di poter incorrere in possibili aggressioni. Presenti anche nel carcere trapanese reparti accorpati senza una logica ed in contrasto con la disposizione strutturale dell’edificio.

Lamentele rimaste lettera morta alle quali nessuno ha dato una risposta. Situazione che ieri mattina ha costretto i rappresentati dei sindacati penitenziari di SAPPE, USPP,  UILPA polizia penitenziaria, FNS Cisl, FP Cgil ad indirizzare una nota congiunta a Cinzia Calandrino, provveditrice regionale dell’amministrazione penitenziaria lamentando gli ulteriori episodi verificatisi nel carcere trapanese tra i quali l’impossibilità di garantire la regolare funzione della mensa obbligatoria di servizio a causa dei richiamati posti “vacanti” che costringono a revocare permessi e congedi previsti alla legge 104 ; spostamenti del personale penitenziario femminile in reparti maschili e assenza di unità preposte al controllo, ma con “vigilanza dinamica”, la stessa che da tempo viene utilizzata per i cortili passeggio, per il controllo di attività trattamentali/scolastiche, senza alcuna garanzia per la sicurezza, rischio di non poter ottenere a pieno le prossime ferie estive. Nella nota inviata alla provveditrice, i sindacati della polizia penitenziaria hanno dichiarato che se entro 10 giorni dall’invio non riceveranno alcun riscontro, procederanno ad attivare lo stato di agitazione e  sit in di protesta.