“Caporalato”, Lo Ciacio torna libero. Riesame dispone soltanto obbligo di presentazione

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Il trentatreenne alcamese Nicolò Lo Ciacio, imprenditore agricolo coinvolto nell’indagine della polizia sullo sfruttamento e il ‘caporalato’ nella campagne, è ritornato in libertà. Il tribunale del riesame ha infatti accolto parzialmente l’istanza presentata dal suo legale, l’avvocato Massimo Gagliardo, alleggerendo la misura degli arresti domiciliari che era stata inflitta al suo cliente.

Lo Ciacio ha quindi ricevuto la misura quella più leggera, vale a dire la presentazione al commissariato di polizia per tre giorni alla settimana. L’imprenditore resta comunque indagato assieme ad altre dieci persone, tutte alcamesi e soltanto una di Castellammare del Golfo, per una serie di episodi di sfruttamento della manodopera, sottopagata, nelle campagne fra il 2018 e il 2019.

Lo stesso Riesame e anche quello delle misure reali dovranno pronunciarsi altre volte sulla vicenda. La procura di Trapani ha infatti presentato appello contro la decisione del Gip, Samuele Corso, che non aveva accolto le richieste dei pm: arresti per tutti gli indagati e sequestro per sei imprese agricole individuali. Entro la prima settimana di febbraio i tribunali del riesame dovrebbero avere completato il loro lavoro.