Caos PD trapanese, tre membri della segretaria provinciale chiedono la testa di Venuti

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Dopo l’avvio della fase congressuale e il susseguente azzeramento della segreteria provinciale trapanese, all’interno del PD scoppia la contestazione nei confronti del segretario Domenico Venuti che, battuto da Safina per il seggio all’ARS, ha pensato bene di inoltrare ricorso. Venuti ha chiesto non il riconteggio dei voti ma ha puntato il dito contro due criteri di ineleggibilità da parte dell’ex assessore di Trapani.

Sul ricorso sono usciti allo scoperto i membri della Segreteria Provinciale del PD trapanese Marco Campagna, Francesco Crinelli e Marzia Patti:: “Quali ex membri della Segreteria Provinciale – visto che casualmente il Segretario ha anche azzerato la sua Segreteria- dicono i tre democratici – sentiamo il dovere, davanti alle iscritte e agli iscritti del PD, di stigmatizzare la scelta del segretario provinciale che apre senza alcun dubbio un problema politico sulla tanto ricercata unità, pur nella legittimità di difesa politica. La Segreteria Provinciale si è posta in questi anni come garanzia del buon andamento del Partito Democratico in Provincia di Trapani, al fine di costruire, insieme ai segretari di circolo, il nuovo corso del Partito sul territorio, facendo tesoro di quanto costruito dalle democratiche e dai democratici nei territori. Uno straordinario lavoro – dicono Patti, Crinelli e Campagna – che oggi viene messo in discussione e che rischia di essere sabotato o addirittura demolito dal segretario che, invece, avrebbe dovuto porsi come guida. È strumentale che la presunta ineleggibilità di Safina venga eccepita proprio dal Segretario provinciale che ha depositato la lista dinanzi ai nostri rappresentanti regionali e che, pertanto, ha fornito, nella sua qualità, garanzie circa la candidabilità, l’eleggibilità e i requisiti dei candidati. Avrebbe dovuto, piuttosto, rassegnare le dimissioni, spiegando i motivi della sua scelta e rappresentando alla segreteria – concludono i tre membri del direttivo provinciale del PD – la necessità di voler approfondire la questione in sede legale, lasciando che la giustizia ordinaria facesse chiarezza sul punto ma mettendo il partito al riparo da vicende personali. Appare doveroso da parte nostra, alla luce di ripetute scelte personali non condivise, chiedere le dimissioni di Venuti, riconoscendo il venir meno delle condizioni che hanno portato alla sua elezione a segretario provinciale ed il fallimento di un’azione politica nata in maniera collegiale e conclusasi in modo assolutamente autoreferenziale. L’azzeramento della segreteria, avvenuto proprio all’indomani della notizia del ricorso contro Safina senza alcuna riunione, è la conferma della volontà di Venuti di fare terra bruciata e di accentrare su se stesso la vita dell’intera Federazione Provinciale.