Campagna di scavi sull’isola di Mozia, ritrovati reperti eccezionali

0
39

Era già popolata nell’antica età di bronzo, ovvero  dal 1600 a.C. circa. Questo è quanto emerso dalla campagna di scavi, condotta dall’Università di Palermo, che si è appena conclusa sull’isola di Mozia, e che apre scenari nuovi sulla datazione della presenza di forme di civiltà precedentemente all’insediamento fenicio, con i ritrovamenti di eccezionali reperti.

Durante uno dei sondaggi praticati dall’equipe guidata dal professore Aurelio Burgio dell’Università di Palermo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Trapani e con l’ospitalità della Fondazione Whitaker.

Le ricerche sull’Isola dello Stagnone, riprese quest’anno dopo una lunga pausa durata quattro anni, hanno coinvolto un team internazionale di studiosi e archeologi sotto la direzione, sul campo, di Paola Sconzo che ha proseguito le tradizionali indagini nella necropoli arcaica, un ampio cimitero a cremazione utilizzato dai primi coloni fenici sull’isola di Mozia.

“La ripresa degli scavi a Mozia e gli eccezionali ritrovamenti effettuati – sottolinea l’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – ci rafforzano nella consapevolezza di aver fatto una scelta giusta, promuovendo il rilancio in grande dell’archeologia in Sicilia. Il nostro passato è un libro ancora straordinariamente pieno di pagine da scrivere, che rappresentano il più bel biglietto da visita per chi vuole scoprire l’essenza della nostra Terra. La grande sfida che abbiamo intrapreso è di mettere la cultura e l’identità al centro di una visione di futuro per la Sicilia”

Gli scavi sono stati affiancati da un intenso lavoro non invasivo di prospezione geofisica, condotto da Jason Herrmann del Penn Museum di Philadelphia, che ha interessato la parte orientale dell’isola rivelando le tracce del complesso impianto urbano della città punica di Mozia nel momento di suo massimo splendore, di cui finora si poteva solo intuire l’esistenza.