Calcio. Eccellenza Via 3 giocatori dal Grand Hotel “Alba Alcamo”

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La porta girevole del Grand Hotel “Alba Alcamo” ruota sempre velocemente. Questa volta a fare fagotto ed uscire dall’organico della società bianconera sono stati tre giocatori. L’unico alcamese nella squadra di Giuseppe Guida, e cioè l’attaccante Salvatore Maltese (1996) è stato ceduto all’Avola che milita nel girone orientale dell’Eccellenza. Hanno fatto le valigie e lasciato le stanze del Grand Hotel “Alba Alcamo”  i giovani Roberto Pirreca (1999) trasferito alla don Bosco Partinico e  Pietro Augusta (2000) passato al Casteldaccia. L’altro ieri erano partiti in due e arrivati in tre. Insomma per seguire tutte le operazioni dell’Alba Alcamo è necessario l’impiego di un ragioniere che ogni 24 ore aggiorni la situazione dell’organico. Ma perché tutto questo via vai a campionato iniziato quando l’intero organico dovrebbe essere stato già varato per dare la possibilità all’allenatore di mettere a punto gli schemi di gioco? In questa maniera l’Alba Alcamo è partita con un grosso handicap e ciò è destinato a riflettersi sui risultati tanto che oggi parlare di campionato ai vertici appare un miraggio. Gli organici vanno allestiti in estate e dopo l’inizio della preparazione e le prime indicazioni che vengono dalla gare amichevoli e Coppa Italia una società che si dice ambiziosa puntella la squadra con qualche rinforzo. Invece nell’Alba Alcamo è un continuo via vai di giocatori giovani e meno giovani. Di comunicati dove si esalta il passato agonistico dei nuovi venuti con curricula e precedenti quasi da Coppa dei Campioni. Ma è proprio così?  Invece sino ad oggi e con l’organico sempre in costruzione anche i risultati delle gare ufficiali hanno deluso una tifoseria che si chiede con quale formazione l’Alba Alcamo affronterà il campionato che domenica celebra la seconda giornata d’andata con i bianconeri in trasferta a Castelbuono. Un inizio di campionato per l’Alba Alcamo all’insegna della precarietà legata non solo al via vai di giocatori ma anche per le difficoltà legate allo stato di salute del “Catella” tanto che la società è costretta a vivere alla giornata non avendo un riferimento sicuro dove potere disputare le partite casalinghe.