Calatafimi: seviziato in un casolare di campagna, tre arresti

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Una notte da arancia meccanica. Lo scenario è quello di un’abitazione alla periferia di Calatafimi, i protagonisti 4 rumeni. In tre hanno letteralmente segregato, seviziato e rapinato un connazionale. Quest’ultimo solo all’alba riusciva a liberarsi ed a chiedere soccorso, mentre i tre aguzzini sono adesso in carcere. La vittima, 29 anni e da poco trasferitosi a Calatafimi, è finita all’ospedale di Alcamo dove i medici gli hanno riscontrato trauma cranio facciale, trauma escoriato con ecchimosi multiple alla regione dorsale e trauma addominale: per lui 15 giorni di prognosi. Ai medici prima e ai carabinieri successivamente ha raccontato la sua lunga notte d’inferno che era cominciata la sera di sabato quando lo contatta un connazionale, Vasilica Vlase, 28 anni, che gli chiede di raggiungerlo in casa sua. Nella strada l’ignara vittima incontra un altro rumeno, Catalin Babiuc Sever di 41 anni, suo collega di lavoro presso un ovile nelle campagne calatafimesi. Arrivati in casa il 29enne scopre sin da subito le reali intenzioni dei due a cui si aggiunge Ionut Vlase, 29 anni, fratello di Vasilica. Da questo momento in poi comincia il calvario per la povera vittima. A turno i tre lo percuotono con attrezzi improvvisati: tubi in gomma, bastoni di legno e persino un’ascia che però è stata utilizzata soltanto dal lato in cui non vi era la lama. Più volte, secondo il racconto del giovane, gli è stato anche puntato un coltello in gola e per lui era impossibile scappare perché la porta d’ingresso dell’abitazione era stata chiusa a chiave. Le sevizie vanno avanti per tutta la notte, sino alle 3 quando gli aguzzini decidono di andare a letto, lasciando moribondo su una sedia la loro vittima. All’alba uno dei tre aguzzini apre la porta per recarsi al lavoro e lo minaccia di non andare via in attesa che si risvegliassero gli altri due connazionali. Ingresso che non venne più chiuso a chiave e per questo motivo il 29enne decide di darsi alla fuga e di nascondersi in un terreno vicino in attesa dei soccorsi. Una volta trasportato in ospedale e medicato ha raccontato tutto ai sanitari ed ai carabinieri. I militari dell’Arma della stazione, guidata dal comandante Giuseppe De Rosa, coordinati dalla Compagnia di Alcamo diretta dal capitano Savino Capodivento, hanno fatto scattare un blitz nell’abitazione in cui si sarebbero consumate le torture: ad essere stati rinvenuti 150 euro e un telefono cellulare della vittima, che gli erano stati sottratti, e diversi attrezzi sporchi di sangue, tutti posti sotto sequestro. Per i tre rumeni è scattato l’arresto, ora proseguono le indagini per chiarire i contorni della vicenda: gli inquirenti sono convinti che questo episodio possa essere una vera e propria spedizione punitiva maturata per un possibile regolamento dei conti. Resta da capire il motivo del contendere che ha scatenato la ferocia dei tre.