Un anno e due mesi di reclusione, due in più di quanto richiesto dal pubblico ministero. Questa la condanna inflitta dal giudice monocratico del tribunale di Trapani all’architetto Giacomo Catalano di Calatafimi. Era finito e davanti al giudice con l’accusa di truffa e appropriazione indebita della somma di 3 mila e 200 euro. Il professionista finì sotto processo, per una vicenda che risale a 4 anni fa, dopo la denuncia di Gianvito Senia, impiegato presso un’azienda privata, il quale si era rivolto all’architetto Giacomo Catalano per la predisposizione di un progetto per costruire un struttura ricettiva, con fondi da attingere dall’Unione europea. Senia, che nel processo si è costituito parte civile ed è stato assistito dall’avvocato Maurizio Lo Presti (nella foto), versò subito dopo 7 mila euro al Catalano. Somma richiesta dal professionista per pagare due colleghi per la redazione del progetto. Ma questi soldi non furono mai incassati dai due ai quali si rivolse lo stesso Gianvito Senia, che registrò la discussione durante la quale chiese se avessero incassato soldi per pagare la parcella. Al diniego l’uomo, sentendosi raggirato, presentò la denuncia contro Catalano, che finì sotto processo. Ora è arrivata la sentenza di condanna nei confronti dell’architetto Giacomo Catalano. Sentenza che prevede anche il risarcimento di 7 mila euro a Gianvito Senia. L’avvocato di Catalano presenterà appello per cercare di dimostrare l’estraneità dei fatti addebitati al suo assistito.