Perquisizioni nelle abitazioni dei due figli di Armando Palmeri, che vivono in un’altra regione d’Italia, e anche, in altra zona, della compagna del collaboratore di giustizia deceduto, probabilmente per un infarto, lo scorso 17 marzo. L’uomo era rientrato in Sicilia da una ventina di giorni e avrebbe dovuto essere al centro di un faccia a faccia con l’ex senatore Baldassare Lauria convocato dal pm Pacifico della Procura di Caltanissetta. L’ex politico ed ex primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di Alcamo è indagato, in un procedimento a suo carico, per frode in processo penale e per associazione mafiosa.
Accuse che hanno avuto in Palmeri il fautore e che sarebbero contenute, assieme ad altri nomi importanti, in un memoriale che l’ex uomo di fiducia di Vincenzo Milazzo non ha però mai consegnato agli inquirenti. E proprio questo hanno cercato gli uomini della Dia e del Ros nelle perquisizioni in casa dei due figli e della compagna del sessantaduenne morto lo scorso 17 marzo in una villetta di Bosco Falconeria, al confine fra Alcamo e Partinico. Qualche giorno dopo la morte era previsto quel confronto con l’ex senatore Lauria accusato da Palmeri di avere partecipato, nella primavera del ’92, pochi mesi prima delle stragi, a tre incontri tra uomini dei servizi segreti deviati e il capomafia di Alcamo Vincenzo Milazzo. Deponendo nel 2018 a Reggio Calabria, nell’ambito del processo ‘Ndrangheta stragista’, Palmeri aveva detto che Milazzo era sconvolto dal piano stragista proposto dai servizi: “Questi sono pazzi”, avrebbe riferito proprio a Palmeri.
Ritornando alle tre perquisizioni gli operatori hanno anche acquisito materiale contenuto in telefoni cellulari, pc e pen-drive.L a procura di Palermo, dopo la morte del collaboratore aveva disposto e fatto effettuare l’autopsia. Dai primi riscontri pare confermata l’ipotesi di morte naturale ma non sono ancora pervenuti i risultati degli esami istologici e tossicologici sul cadavere di Armando Palmeri