I Carabinieri della Stazione di Mazara del Vallo, hanno denunciato alla Procura della Repubblica dei Minori di Palermo due minorenni ritenuti responsabili, uno, di rapina aggravata e continuata, l’altro di tentata estorsione e lesioni personali.
Si tratta di due distinte indagini scaturite da altrettante denunce presentate da due minorenni accompagnati dai genitori, che hanno riferito di fatti apparentemente riconducibili a cosiddetti casi di “bullismo”, ma che, a seguito degli approfonditi accertamenti, hanno anche rivelato vere e proprie fattispecie di reato, per altro gravi.
La prima indagine è partita dalla denuncia di uno studente mazarese di 16 anni che aveva riferito ai militari che un giovane gli aveva sottratto il telefono cellulare. Gli accertamenti hanno consentito di identificare l’autore del gesto in un ragazzo tunisino di 17 anni regolare e incensurato, e di scoprire che lo stesso aveva già da tempo preso di mira la vittima, commettendo ai suoi danni almeno sette rapine. Infatti, negli ultimi mesi, ogniqualvolta aveva incontrato il 16enne, mediante minacce si era fatto consegnare piccole somme di denaro (da 2 a 5 euro) e infine anche il telefono cellulare.
Il tunisino ha di volta in volta agito supportato da altri ragazzi italiani e stranieri, che con la loro semplice presenza hanno conferito capacità di intimidazione alle minacce dell’amico. Sono tuttora in corso degli accertamenti tesi all’identificazione di tutti i componenti di questo “branco”.
L’altra indagine è invece partita da una denuncia per lesioni personali presentata da un 16enne mazarese, contro un giovane di cui non conosceva il nome e che aveva incontrato poche volte casualmente.
Il ragazzo è stato accompagnato dai Carabinieri dalla madre che lo aveva visto ritornare a casa con delle ecchimosi al volto, poi giudicate guaribili in 6 giorni dai medici del pronto soccorso dell’Ospedale Abele Ajello.
Anche in questo caso le indagini hanno consentito di individuare l’autore dell’aggressione – identificato in un ragazzo mazarese di 17 anni incensurato – ed al contempo hanno permesso di accertare che il pestaggio non era stato un gesto di prepotenza fine a se stesso, ma un vero e proprio tentativo di estorsione finalizzato ad ottenere dalla vittima la somma di appena 2 euro.