Bollette ‘salasso’ dall’EAS, martedì a Castellammare del Golfo incontro con CODICI

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“Solleciti Eas: che fare?”. Anche molti cittadini castellammaresi hanno ricevuto, o stanno ricevendo salatissime bollette dell’acqua risalenti ad alcuni fa. Molte di queste sono già andate in prescrizione ma per le altre necessita sapere cosa fare. Per questo l’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo ha previsto un incontro esplicativo, che si terrà martedì 21 dicembre alle ore 18,30 nell’aula consiliare di palazzo Crociferi, alla presenza del sindaco Nicola Rizzo e dell’avvocato Vincenzo Maltese responsabile della delegazione di Trapani di Codici, associazione per la tutela dei consumatori “Codici”. Sono in tantissimi i castellammaresi, ma non solo, che chiedono lumi su come comportarsi poiché l’Eas, ente in liquidazione coatta amministrativa, in questi giorni ha inoltrato a migliaia di cittadini i solleciti di pagamento con allegato un bollettino contenente la diffida a pagare entro 15 giorni. Si tratta di fatture per consumi eccedenze e canoni risalenti anche agli anni 2008/2009. “Chi ha ottenuto le sentenze di annullamento ad opera del Giudice di Pace o del Tribunale, non ha ricevuto nulla ma purtroppo tantissime famiglie, anche chi aveva eccepito la “prescrizione” solamente a mezzo ricorso in autotutela, hanno ricevuto maxi diffide di pagamento”.

L’avvocato Vincenzo Maltese di Codici nel corso dell’incontro indicherà come devono comportarsi i cittadini che hanno ricevuto il salasso dall’Eas e fa presente che “la prima cosa da fare è verificare se le fatture oggetto dei solleciti siano mai pervenute nel corso degli anni. Se così non fosse, si può replicare ad EAS tramite raccomandata con ricevuta di ritorno comunicando che nessun pagamento può esser effettuato perché nessuna fattura è stata mai notificata. EAS ha più volte comunicato che non accoglie i reclami, che non riconosce la prescrizione e che non annulla le eccedenze di seconda fascia – ha spiegato il responsabile dell’associazione Codici. Solo una sentenza di un giudice può accertare negativamente il credito”. In questi anni l’Ente Acquedotti Siciliani si è sempre difeso nei giudizi procedendo in alcuni casi ad impugnare le sentenze dei giudici di pace. Al danno anche la beffa perché l’ente è in liquidazione coatta amministrativa (l’equivalente del fallimento) e quindi non versa le spese che purtroppo vanno a gravare interamente su chi difende i propri diritti nei vari contenziosi”.