Bica vince ricorso contro Catania. Il deputato resterà all’ARS fino all’appello

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  • L’ex sindaco di Custonaci ed ex assessore provinciale Giuseppe Bica entra all’assemblea regionale siciliana. La sezione civile del tribunale di Palermo, presieduta da Francesco Micela, ha dato ragione al 62enne, difeso dall’avvocato alcamese Alessandro Finazzo. Il partannese Nicola Catania, deputati nei confronti del quale era stato presentato ricorso dovrà quindi lasciare il suo scranno a Sala d’Ercole. Catania e Bica erano in lista con Fratelli d’Italia e il primo aveva raccolto quasi il doppio dei consensi, 6.276 contro 3.224. Adesso la sentenza che ribalta tutto. Secondo il tribunale l’ex sindaco di Partanna è incappato in una chiara causa di ineleggibilità in quanto ha mantenuto una carica di amministratore di società che risulta vincolata con la Regione.

In pratica Nicola Catania era presidente del consiglio di amministrazione della S.R.R. Trapani Sud e, nonostante nel suo ricorso abbia dichiarato di avere cessato ogni atto dal 24 giugno, alcuni mesi prima delle elezioni regionali, non si è dimesso dai vertici della SRR, mantenendo la carica anche durante la campagna elettorale. La posizione di Nicola Catania è stata acclarata dal tribunale attraverso la visura camerale della Società consortile SRR Trapani SUD. Il documento evidenzia che l’ex sindaco di Partanna ha ricoperto la carica di presidente del consiglio di amministrazione dal 19 luglio 2021 e per tutta la durata della competizione elettorale regionale.

La sentenza del tribunale civile è stata comunicata al presidente della Regione ma Catania rimarrà ancora al suo posto. La surroga, infatti, potrà diventare effettiva soltanto dopo il giudizio di appello che dovrebbe arrivare entro 3 o 4 mesi. Bica potrebbe subentrare prima a Catania qualora quest’ultimo non dovesse impugnare il provvedimento entro i previsti trenta giorni. La sentenza diventerebbe quindi esecutiva. È questo il secondo ricorso presentato in provincia di Trapani fra candidati della stessa lista. Il primo in casa PD, presentato da Venuti, ha visto prevalere le tesi dell’eletto Dario Safina ritenuto eleggibile dal tribunale. Il secondo, nella lista di Fratelli d’Italia, ha dato invece ragione al ricorrente, Giuseppe Bica, politico che in provincia di Trapani ha

partito della Meloni.