L’ex sindaco di Partanna, Nicola Catania, può definitivamente fare le valigie
e lasciare l’assemblea regionale siciliana. Almeno per questo mandato
elettorale. La prima sezione civile della Cassazione hanno infatti respinto il
ricorso presentato da Catania, primo degli eletti nel collegio di Trapani in
Fratelli d’Italia, contro la sentenza d’appello e di primo grado sul ricorso
presentato dal primo dei non eletti, il custonacese Giuseppe Bica al fine di
far dichiarare l’ineleggibilità dell’ex primo cittadino di Partanna. Nicola
Catania, infatti, aveva mantenuto una carica di amministratore della Srr
Trapani Sud e si era dimesso in ritardo rispetto ai tempi dettati dalla legge
per poter partecipare alle elezioni regionali celebratesi a settembre del
2022. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di Catania e lo ha
condannato al pagamento di 8.200 euro come rimborso delle spese del
giudizio di cassazione. Giuseppe Bica, politico fedelissimo alla fiamma
tricolore, era comunque già subentrato a Catania, a Sala d’Ercole, nel
febbraio scorso dopo che il partannese, per circa un anno e mezzo, aveva
svolto il ruolo di deputato regionale. Adesso Catania ha perduto ancora un
round, quello definitivo, mentre Bica, difeso dall’avvocato alcamese
Alessandro Finazzo, può contare definitivamente vittoria. La sentenza
d’appello del processo civile che aveva visto l’ex sindaco di Custonaci reclamare il
seggio all’Ars assegnato a Catania si era già conclusa in favore
dello stesso Bica. La contesa era stata però congelata per il ricorso in
appello proposto dall’ex sindaco di Partanna. Anche in secondo grado
Catania perse la causa ed ha cercato di ricorrere in Cassazione per
rientrare all’ARS. Adesso la Suprema Corte gli ha tolto ogni speranza.