Ventidue in carcere e 13 ai domiciliari. In più altri 35 indagati. Questi i numeri di ‘Hesperia’, la maxi-operazione antimafia messa a segno dai carabinieri del ROS, con il supporto dei Comandi Provinciali di Palermo e Catania, del Nucleo Elicotteri, degli Squadroni Eliportati «Cacciatori Sicilia» e «Cacciatori Calabria» e del 12° Reggimento «Sicilia», coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. Le indagini, volte a fare per l’ennesima volta terra bruciata attorno alla latitanza di Matteo Messina Denaro, hanno prodotto arresti da Palermo a Trapani passando anche da Partinico. Custodia cautelare in carcere, quindi, anche per i partinicesi Michele Vitale, trentenne erede dei ‘Fardazza’, e Giuseppe speciale di 40 anni.
Arrestati pure il trapanese Vincenzo Spezia, i pacecoti Carmelo e Giuseppe Salerno, i marsalesi Ernesto e Giuseppe Raia, Francesco Pulizzi, Vito Vincenzo Rallo, Leonardo Casano, Vito Di Vita, Tiziana Rallo, Giuseppina Prinzivalli, Girolamo LI Causi, Stefano Putaggio, Antonino Lombardo e Lorenzo Catarinicchia. Diversi pure i mazaresi arrestati: Antonino Cuttone, Vito Gaiazzo, Antonino Pace, Marco Buffa, Riccardo Di Girolamo, Vincenzo Romano, Nicolò e Bartolomeo Macaddino, Paolo Bonanno. Arrestati pure i palermitani Jonathan Lucchese, Marcello Salvia e Antonino Nastasi, i castelvetranesi Rosario Stallone e Piero DI Natale; i campobellesi Francesco Luppino, Francesco Stallone e Marco Manzo. Titti sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà negli appalti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. Effettuati anche decine di perquisizione e alcuni sequestri di beni. L’operazione ‘Hesperia’ si inquadra nelle indagini condotte dai carabinieri per la cattura del boss Matteo Messina Denaro, latitante da circa trent’anni e sempre ritenuto il capo incontrastato di Cosa Nostra.
